#GenevaTalks, il racconto dei negoziati nucleari è sui social network

10/12/2013
zarif

Solo il tempo dirà se gli accordi sottoscritti da Iran e gruppo 5+1 (Usa, Gran Bretagna, Cina, Francia e Russia) lo scorso 24 novembre a Ginevra rappresentano davvero una svolta epocale per la geopolitica del Medio Oriente. Ciò che è certo è che sono stati i primi negoziati ad essere raccontati e commentati in tempo reale attraverso i social media iraniani.

La notizia stessa del successo dei colloqui è arrivata con un tweet del ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif che alle 3:03 del mattino del 24 novembre ha annunciato: «Abbiamo raggiunto un accordo».

Mossa molto politica, quella di Zarif, ad anticipare e prevenire dichiarazioni che avrebbero potuto compromettere l’accordo. Si ricorderà, infatti, che nel round di colloqui precedente, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius si era precipitato dai giornalisti a dire che l’accordo era saltato, prima che venisse convocata la conferenza stampa finale.

 

I tre giorni di colloqui sono stati seguiti da centinaia di reporter, tra i quali diversi iraniani residenti all’estero. Twitter ha veicolato in diretta la lunga ed estenuante attesa: è stato un flusso ininterrotto sull’arrivo dei ministri, l’andirivieni delle delegazioni, le indiscrezioni e le previsioni.

In parallelo, sempre su Twitter, scorrevano i commenti degli iraniani – in patria e in tutto il mondo – che attendevano l’esito del vertice.

In Iran, i social media sarebbero ufficialmente al bando ma sono circa 2 milioni gli iraniani che hanno un account su Facebook e Twitter: grazie a reti Vpn (Virtual Private Network), infatti, moltissimi – soprattutto a Teheran – riescono ad aggirare i filtri della censura. A farlo è in primis il presidente Hassan Rouhani, che su Twitter ha giocato parte della sua campagna elettorale.

Secondo la società britannica AnalystOnline, durante i colloqui di Ginevra, in Iran sono stati inviati 138.753 tweet sull’argomento: il 73 percento dei contenuti veicolati sul social network riguardava i negoziati sul nucleare e gli hashtag più usati sono stati #IranTalks e #GenevaTalks, per chi scriveva in inglese. Chi invece si è espresso in persiano, ha optato soprattutto per #ژنو (Ginevra) and #ظریف (Zarif, il ministro degli Esteri.). “Ginevra” è stato in assoluto il trending topic più forte dell’anno, con un volume di “ascolto” e “discussione” enorme, che testimonia quanto fosse grande l’interesse degli iraniani per la querelle nucleare.

Il tweet più condiviso (865 volte) è stato quello di Abbas Araghchi, uno dei negoziatori di Ginevra, che ricordava “i martiri del nucleare”, gli scienziati uccisi misteriosamente in Iran negli scorsi anni; mentre tra i tweet più apprezzati anche quelli di congratulazioni a Zarif e al presidente Rouhani.

Da notare che anche su Google Plus “Ginevra” è stato l’argomento principe, con un 38% di contenuti condivisi e 22% di contenuti prodotti.

 

Numeri a parte, alcuni tweet in particolare testimoniano lo spirito con cui gli iraniani hanno seguito i negoziati. Non ha bisogno di spiegazioni la foto condivisa da Adel Abbasi Azad che scrive: “Abbiamo passato così la notte”.

 

Golnaz Esfandiari (@GEsfandiari) giornalista di origine iraniana residente negli Usa, twitta: “Una donna di Teheran mi dice che sta piangendo di gioia”. E poi ancora: “Lacrime di gioia dagli iraniani di tutto il mondo, da Tokyo a Teheran, da Ginevra a Seattle”.

Su Facebook, la quarantenne Shirin scrive: “Aspetteremo Zarif all’aeroporto! Questo è un giorno di gioia!!”

Qualche ora dopo, su Twitter, Mehdi Mahmoudi (@mehdimahmudi) conferma: “Centinaia di iraniani all’aeroporto di Teheran hanno accolto il nuovo eroe nazionale Zarif che ha compiuto una missione impossibile”.

Interessante anche seguire i tweet di Thomas Erdbrink (@ThomasErdbrink), giornalista del New York Times, uno dei pochissimi corrispondenti occidentali da Teheran. “Reza, un taxista, ha detto Wow! Il nostro ministro Zarif è un eroe, è il Mossadeq dei nostri tempi!”

Più prosaico il tono di un altro suo tweet: “Giti, un’insegnate, mi ha detto che spera che ora il prezzo delle auto scenda, così potrà comprarne una.”

C’è un’immagine però che sintetizza meglio di mille parole lo stato d’animo della maggioranza degli iraniani. È un poster usato nel 2009 dopo la contestata rielezione di Ahmadinejad. Allora ci si chiedeva “ Dove è il mio voto?” Con un semplice ritocco, ecco che si afferma: “Ecco il mio voto”. Geniale.

 

Ancora qualche ora ed ecco che il ritorno in patria dei negoziatori è documentato sui social media con foto e video.

 

La stampa non resta a guardare

Il riformista Etemaad apre con un esplicito: “Il sole dell’accordo splende su Teheran”. Ancor più chiara la posizione di Shargh, un quotidiano anch’esso riformista, che apre con la storica stretta di mano tra Zarif e il segretario di Stato John Kerry.
Ma sulla carta stampata c’è spazio anche per i più scettici, come il conservatore Kayhan che titola: “Gli accordi di Ginevra durano un’ora.”