Sisi verso il plebiscito ma non su Twitter

07/05/2014
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L’ondata autoritaria del governo ad interim nominato e guidato dai militari ha vietato le manifestazioni non autorizzate. I social media, Twitter in particolare, si riaffermano come unico mezzo per esprimere il dissenso. Lo dimostrano le centinaia di migliaia di egiziani che da settimane twittano con l’hashtag “Intikabu al Ars” (che tradotto in modo edulcorato significa “il figlio della donna di facili costumi”), etichetta nata sul web per criticare la candidatura alle prossime elezioni presidenziali di Abdel Fattah El Sisi, ex capo delle forze armate.

Il tracker dimostra che dal 26 marzo (giorno del discorso di candidatura di El Sisi) al 18 aprile l’hashtag è stato twittato in circa 604 mila post.

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“Ars” è una delle parole più volgari della parlata egiziana, ma nonostante questo, la maggior parte dei tweet arriva da dai sostenitori della Fratellanza Musulmana, il movimetno islamista da cui proviene Mohammd Mursi, il primo successore di Hosni Mubarak, deposto il 3 luglio scorso.

A giustificarne l’utilizzo ci sono anche i movimenti di alcune autorità religiose come lo shaikh Wagdy Ghoneim che in diverse trasmissioni televisive ha utilizzato espressioni scurrili per attaccare i militari (tra cui appunto “Ars” e “Ibn al-qalb”, figlio di un cane). Come spiega anche Abdulrahman Mustafa, esperto di legge islamica, in un articolo apparso alcune settimane fa sul portale di informazione Qoll, ad adottare questo tipo di linguaggio tra gli islamisti ci sarebbe una buona fetta di giovani istruiti della classe media egiziana. Questi si dissociano da un’altra parte di simpatizzanti dei Fratelli Musulmani – dal 25 dicembre confinati nuovamente alla clandestinità- che invece e professano l’aspetto più ortodosso dell’Islam e sposano l’utilizzo di un linguaggio corretto. La presenza di numerosi tweep vicini ai Fratelli Musulmani è evidenziata dal ricorrente uso nella picture profile del logo di Rabaa (la mano su sfondo giallo usata dall’alleanza islamista per ricordare il massacro dello scorso 14 Agosto del sit in pro-Mursi davanti alla moschea di Rabaa el-Adaweya).

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Io da tempo avevo detto che cambiare o mandare a casa il presidente avrebbe provocato l’ingresso nella politica attiva del consiglio militare e quindi un paese corrotto con dei procedimenti giudiziari assassini

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Hany Shaker (cantante egiziano, ndr): dobbiamo uccidere tutti i Fratelli Musulmani! È notevole che Hany Shaker e i suoi capelli neri siano meglio di qualsiasi altra cosa

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Un’altra benedizione del colpo di stato: una generazione senza paura, specialmente donne e giovani, pronta ad agire e a mettere la propria esperienza in campo


Contenuto dei post

Per quanto riguarda i contenuti dei post, l’hashtag è utilizzato maggiormente per commentare i fatti di cronaca e per rispondere a foto e post diramati dall’account ufficiale della campagna elettorale di El Sisi. Per esempio, il giorno seguente alla sua candidatura, il team di comunicazione ha pubblicato la prima foto dell’ex federmaresciallo in tuta da ginnastica mentre guida una bicicletta.

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Il federmaresciallo Sisi ieri in bicicletta per strada

Questi alcuni tweet di risposta

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#votailfigliodibuonadonna, il “padre della bicicletta”

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Sisi prova a muoversi in modo naturale in queste foto ma alla fine sembra protagonista di un servizio di Vogue

Mentre altri ricordano le vittime causate dai militari nello sgombero di Rabaa e le violenze commesse negli ultimi 9 mesi dalle forze di sicurezza.

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Una delle foto più sconvolgenti di Rabaa, “ehi piccola, guarda per l’ultima volta tuo padre”

L’hashtag sembra aver stimolato anche utenti occasionali e nuove persone neofite del social.

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Non uso spesso Twitter, sono qui solo per dire #votailfigliodibuonadonna

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È la mia prima volta su Twitter per l’occasione del #votailfigliodibuonadonna

A utilizzare l’hashtag ci sono anche personaggi famosi come Bassem Youssef il presentatore e comico considerato lo John Stewart egiziano.

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Quando l’Egitto era sotto l’occupazione inglese c’era un corpo di polizia che controllava le prostitute


La nascita dei tweep pro Sisi

Nelle elezioni presidenziali del 2012 l’hashtag più usato era stato #Shafiq in riferimento ad Ahmed Shafiq, il candidato che fu primo ministro nell’ultimo governo Mubarak e che poi nella corsa alla presidenza arrivò al ballottaggio con Mohammed Morsi. La maggior parte di questi tweet era critica nei confronti dell’ex primo ministro egiziano la cui possibile vittoria avrebbe rappresentato per i suoi oppositori il fallimento della rivoluzione e il ritorno al vecchio regime.

Nell’attuale campagna elettorale verso le presidenziali del 26 e 27 maggio, si assiste invece alla massiccia presenza di sostenitori di Sisi che a loro volta hanno coniato degli hashtag in sostegno della candidatura dell’ex federmaresciallo come, per esempio, “Santikhabu_Sisi” (voterò Sisi) e “Intikhabu_alBattal” (voterò l’eroe).

Questi post rafforzano e sposano la propaganda di governo dipigendo Sisi come eroe della patria e difensore del popolo.

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Sisi è il mio presidente

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Lo facciamo e lo faremo

Altro punto ampiamente trattato nei post a sostegno dell’ex federmaresciallo è la presunta attività terroristica dei Fratelli Musulmani, tesi usata dall’esercito per giustificare la violenta repressione contro il movimento islamista.

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Terroristi appartenenti ai Fratelli Musulmani sparano dal ponte 15 maggio

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Fratelli Musulmani che impugnano delle armi


Twitter da “club dei rivoluzionari” a piazza dialettica

Con l’ingresso dei sostenitori di Sisi e con l’aumento del numero dei simpatizzanti dei Fratelli Musulmani, negli ultimi 3 anni Twitter si è trasformato da un ristretto “club di rivoluzionari” a una piazza dialettica.

Lo dimostra anche l’aumento del numero di users del social media nel paese. Secondo i dati della Dubai School of Government, il numero di utenti di Twitter in Egitto è passato dall’ottobre del 2011 al gennaio 2013 da 129,711 a 519,000.

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Inoltre, con l’inizio della transizione democratica, gli attivisti che in modo unitario avevano organizzato i 18 giorni della rivolta di piazza Tahrir si sono progressivamente frammentati e poi riuniti negli ultimi tre anni. Prima sulle strategie delle proteste di piazza e in seguito, nel 2012, sul sostegno dei candidati alle prime elezioni presidenziali (in particolare tra chi sosteneva il candidato islamista moderato Aboul Fotouh e chi il socialista nasseriano Hamdeen Sabbahi, l’unico che sfiderà Sisi alla prossime votazioni).

Con la vittoria alle elezioni del leader dei Fratelli Musulmani Mohammed Mursi, il fronte rivoluzionario si è ricompattato, ma Twitter ha visto l’ingresso anche di nuove voci di dissenso contro il presidente islamista. In particolare quelli che in Egitto vengono chiamati “fulul” (membri e sostenitori dell’ex regime di Mubarak) e quelli che, invece, sono stati definiti gli appartenenti dell’”hizb al kanapa” (il partito del divano), cioè quella parte di società egiziana da sempre disinteressata alla politica – e simpatizzante del vecchio status quo – che ha iniziato a scendere in piazza contro Mohammed Mursi per tutelare i propri privilegi. Un ingresso che rende il social media più rappresentativo del conflitto e delle anime politiche del paese.

 

Photo credits: @alyaa_adel2003 (via Twitter)