BBC Arabic e le interviste “senza lacci” di Bi-la quyud

11/10/2013
Bi-la quyud

BBC sta mantenendo fede alla sua missione di imparzialità e di professionalità anche con il suo canale arabo, BBC Arabic, che emerge per la qualità dei suoi programmi. Tra questi si distingue la trasmissione Bi-la quyud, Senza lacci.

Iniziata il 4 giugno 2012, questa si concentra su interviste, di circa 25 minuti, che forniscono interessanti riquadri sui protagonisti della scena araba e sulle questioni dei loro paesi di provenienza. Bi-la quyud è una panoramica sui paesi arabi, visti sotto ogni loro aspetto, grazie a interviste che tengono insieme politica ed economia, arte e attualità.

Molto accurata la scelta degli ospiti, sempre personaggi significativi e influenti. Per accorgersene, basta pensare al contesto egiziano, visto che nel pieno della crisi tra nuovo governo filo-militare e Fratelli Musulmani, il 12 agosto, viene intervistato Abdel Moneim Abul Futtuh, membro della Fratellanza su posizioni più centriste, uscito poco prima della rivoluzione del 2011.

Abul-Futtuh rappresenta quella “terza piazza” che rifiuta di schierarsi sia con i militari che con la Fratellanza e che ha dato voce ad una significativa opzione politica, sposata poi da molti gruppi genuinamente rivoluzionari. Bi-la quyud ha dedicato una puntata all’Egitto anche alla vigilia delle dirimenti manifestazioni del 30 giugno, intervistando uno dei personaggi più “istituzionali” della politica egiziana, l’ex-ministro degli esteri di Hosni Mubarak ed ex segretario generale della Lega Araba, ‘Amr Mussa.

All’Egitto sono state dedicate anche altre puntate che hanno permesso agli spettatori di conoscere la scena egiziana sotto ogni aspetto, non solo quello politico. Durante l’aprile del 2013 ad essere intervistato è stato il romanziere Yussef Zidan; nello stesso mese, il pensatore shiita egiziano Ahmed Rasim Al Rafis, che è sembrato predire il fallimento dei Fratelli Musulmani e la caduta del presidente islamista Mohammed Mursi.

Bi-la quyud non è solo Egitto. Nel pieno della crisi siriana, il 6 agosto si è parlato del nuovo protagonismo dei gruppi salafiti libanesi nella regione, con l’intervista al loro leader sheikh Da’i al Islam al Shehal che ha raccontato la rapida diffusione della corrente islamista in Libano, parlando anche della sua sfida alla storica egemonia sul blocco sunnita del partito moderato Al Mustaqbal.

Già a luglio, quando Hezbollah è entrata ufficialmente a fianco del regime di Bashar al Asad, Bi-la quyud ha permesso agli spettatori di approfondire questo nuovo elemento del conflitto siriano e le sue ripercussioni sulla politica libanese. Sono stati intervistati sheykh Na’im Qasem, attuale vice-segretario generale di Hezbollah in Libano e sheykh Subhi El-Tfaili, il precedente segretario generale del partito di Dio in Libano. Le puntate si sono incentrate sulle tensioni sunniti-sciiti e si è cercato di indagare quale ruolo stesse giocando Hezbollah sia in Libano che in Siria. Dalle interviste è emerso come sia i militanti religiosi sunniti che quelli sciiti siano convinti, specularmente, di combattere entrambi i “progetti israelo-americani” per la regione.

Procedendo a ritroso e arrivando alla programmazione di fine maggio, si nota che anche la crisi tunisina diventa centrale nella scaletta di Bi-la quyud. La trasmissione ha ospitato per l’occasione Hamadi Al Jabali, “colomba” del partito islamista Al-Nahda, La Rinascita.

Nel periodo a cavallo del 2012 e 2013, Bi-la quyud ha offerto un panorama della scena sudanese tramite l’intervista a Al Sadiq Al Mahdi, fondatore e leader dell’Hizb al Umma al Qawmi, il partito nazionalista della umma Islamica.

Anche la questione palestinese è trattata approfonditamente. Sono stati intervistati infatti il responsabile del movimento di resistenza di Hamas a Gaza, Mahmud Zahran, il leader di Hamas Khaled Mashal, il ministro delle questioni dei prigionieri palestinesi dell’Autorità Palestinese ‘Aisa Qarqa’a, l’ex-uomo forte di Al Fatah, Mahmud Dahlan, e anche il presidente israeliano Shimon Peres. Da queste interviste si percepisce un senso di incomunicabilità tra i protagonisti, ognuno condizionato dal proprio punto di vista.

La trasmissione si è occupata anche delle rivolte del Bahrain, intervistando il maggiore generale dei servizi di sicurezza del Bahrain, Tariq al Hasan, e uno dei blogger più noti in Bahrain, Alì Abd el Imam, fuggito dal paese a causa delle persecuzioni governative.

Bi-la quyud ha parlato anche di Somalia. Nel maggio 2013, proprio mentre il governo somalo ha partecipato al vertice dei paesi Islamici tentando di ripresentarsi sulla scena diplomatica internazionale, è stato intervistato il ministro degli affari alla presidenza, Farh Abdel-Qader.

Questo mostra che Bi-la quyud riesce sempre ad andare aldilà della stretta attualità politica e a spaziare tra tipologie di ospiti diversi, di paesi arabi diversi, “senza lacci” di alcun tipo. A mostrarlo sono state in primis le puntate dedicate al Bahrein, le cui rivolte sono state quasi ignorate dagli schermi di Al-Arabiyya e Al- Jazeera, oltre che dalla maggior parte dei mass-media internazionali.