Antenne e pagine copte: dalla patria alla diaspora

16/09/2013
coptic

Assai meno studiati di quelli islamici, i canali satellitari copti, sia in Egitto che nelle terre di emigrazione, sono una presenza non trascurabile nel panorama dei canali satellitari religiosi in lingua araba. Non bisogna dimenticare che i copti rappresentano la comunità cristiana  numericamente più consistente nei paesi arabi. Anche se è impossibile affermare con certezza quanti siano – a partire dal censimento del 1996 le statistiche sull’appartenenza religiosa dei cittadini egiziani non vengono più rese pubbliche in Egitto – in genere si stima costituiscano il 10 percento della popolazione egiziana, ma la gamma di cifre rivendicate oscilla dal 5 percento al 20 percento.

La maggioranza dei copti appartiene alla Chiesa Copta ortodossa, anche se esistono la Chiesa Copta cattolica e diverse denominazioni protestanti. Alla comunità presente in patria va inoltre aggiunta la diaspora copta (Aqbat al-Mahgar): seguendo le direttrici dei flussi migratori, i cristiani egiziani hanno valicato i confini del loro paese costituendo importanti comunità negli Stati Uniti, Canada, Australia, Europa. Siamo pertanto di fronte ad una comunità numerosa e composita, che trascende i confini territoriali; al suo interno agiscono sia l’identità nazionale che quella transnazionale, forze che si riflettono e trovano enfasi nell’uso dei mezzi di comunicazione.

I copti sono sempre stati attivi nel mondo dei media ben prima di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Dal 1965, Al-Keraza è la rivista ufficiale della Chiesa Copta ortodossa; pubblicata in arabo (ma non manca una pagina in inglese), è attualmente disponibile anche in rete sul sito ufficiale del papa. Dai contenuti prettamente religiosi, è lo strumento per comunicare sia con i fedeli che vivono in patria sia con quelli trasferitisi all’estero, contribuendo così a cimentare la comunità; rappresenta  inoltre il mezzo per diffondere informazioni ufficiali, non da ultimo la posizione della Chiesa su questioni copte ed egiziane, che vengono riprese dalla stampa nazionale.

A prescindere dall’organo di stampa ufficiale della Chiesa Copta ortodossa e da alcune pubblicazioni che circolano solamente all’interno dei circuiti di questa Chiesa, non si può non ricordare che i copti hanno avuto un ruolo nella storia della carta stampata nazionale egiziana. Dopo aver toccato il suo apice all’inizio del ‘900, in particolare con la pubblicazione di Al-Watan e di Misr, a partire dagli anni ‘50 questa presenza si è andata affievolendo, tanto che oggi risulta di fatto rappresentata dal settimanale domenicale Watani (“La mia patria”), in lingua araba con supplementi in inglese e francese. Watani, diretto da Youssef Sidhom, si presenta come un giornale nazionale con una prospettiva copta, ponendo le questioni copte come nazionali egiziane ed incoraggiando la partecipazione dei copti alla vita dell’Egitto in qualità di cittadini attivi; pur volendosi rivolgere ad un pubblico non esclusivamente copto, è in realtà letto sostanzialmente dai copti in Egitto e da quelli che vivono all’estero grazie anche agli abbonamenti e al sito internet.

Il progressivo declino della visibilità copta nella stampa nazionale non significa che i copti non siano più attivi nel campo dei media: secondo la ricercatrice Elisabeth Iskander, c’è stata piuttosto una tendenza dei media copti a limitare il campo dei lettori ad una sfera copta, come testimonia l’aumento delle riviste specialistiche focalizzate sulla Chiesa.

L’evoluzione dell’offerta mediatica copta va messa in relazione anche con la rivoluzione operata da internet e dalle televisioni satellitari in Medio Oriente. A partire dagli anni ‘90, fuori e dentro l’Egitto, si è assistito ad una straordinaria fioritura di canali satellitari religiosi, musulmani, ma anche cristiani. Di fronte a tale fermento, la trasmissione una volta alla settimana della messa copta da parte del canale culturale governativo sul satellite NileSat non è sembrata più sufficiente alla comunità. La coscienza della necessità di disporre di un proprio canale satellitare è stata efficacemente espressa dal vescovo Anba Moussa, il quale ha dichiarato: “We have a motto that if we are not on air, we are not on earth”.

Il lancio, nel 2005, di Aghapy TV, canale ufficiale della Chiesa Copta ortodossa, ha rappresentato una tappa fondamentale per milioni di copti fuori e dentro l’Egitto, i quali hanno avuto accesso dalle loro case alla liturgia, a studi biblici, inni, lezioni di lingua copta. Lo scopo dichiarato di Aghapy TV è di dare espressione alla vita copta da un punto di vista religioso, pastorale ed educativo, evitando coinvolgimenti in argomenti anti-islamici o in questioni politiche.

Il lancio di Aghapy TV può essere letto come risposta alla diffusione sia dei canali religiosi islamici, sia dei canali cristiani in lingua araba con sede fuori dall’Egitto, ma seguiti anche dai copti. Tra questi canali cristiani sono da segnalare in particolare Sat 7,  lanciato nel 1996, e  Al-Hayat, nato nel 2003. Mentre Sat 7, che trasmette in arabo – oltre che in turco ed in farsi – e che dal 2007 ha anche un canale dedicato ai bambini e ai ragazzi, non ha incontrato particolari resistenze in Egitto, Al-Hayat ha suscitato diverse critiche poiché una parte della sua programmazione è stata accusata di essere offensiva nei confronti dell’Islam.

Al-Hayat ha ospitato per alcuni anni gli interventi di Zakariya Boutrus, controverso prete copto da cui la Chiesa Copta ortodossa ha preso le distanze. Le critiche da lui mosse all’Islam su Al-Hayat hanno suscitato forti malumori, che hanno anche avuto un’eco sui canali islamici. Dopo aver visto cancellare, nel 2010, il suo programma dal palinsesto di Al-Hayat, Zakariya è ricomparso l’anno successivo su un nuovo canale satellitare, Al-Fady, dove è tuttora attivo e seguito sia da cristiani che da musulmani.

Successivamente al lancio di Aghapy TV, in Egitto si sono aggiunti altri canali satellitari in lingua araba legati alla Chiesa Copta ortodossa e che presentano una programmazione di natura essenzialmente religiosa. Nel 2007 CTV, di proprietà dell’uomo d’affari Tharwat Basili, e nel 2011 il canale Mar MurqusME Sat. Questi canali contribuiscono a rafforzare i legami con gli egiziani emigrati. L’attenzione della Chiesa Copta ortodossa per la comunità che vive all’estero, in particolare per le nuove generazioni, si è espressa nel 2009 con il lancio del fresco canale Cyc (Coptic Youth Channel) con programmazione in inglese, pensato appositamente per i giovani discendenti degli egiziani emigrati che hanno difficoltà con la lingua araba.

I membri della diaspora copta, verso cui questa Chiesa ha profuso un grande impegno nell’ambito dei mezzi di comunicazione, sono a loro volta attori mediatici: oltre ad una massiccia presenza a vari livelli sul web, non mancano iniziative in campo satellitare che non si limitano ad approfondire la fede e la cultura copta, ma sono volte a sollevare argomenti politicamente sensibili. Ne rappresenta un esempio Coptic Sat (Al-Fada’iya al-Qubtiya), canale in lingua araba lanciato nel 2011 in California. Accanto a programmi religiosi e culturali, ampio spazio viene dedicato all’attuale situazione dei copti nella società e nella politica egiziana, cercando di mobilitare la società civile nelle terre di emigrazione e promuovendo la questione copta alla luce della difesa dei diritti umani.