Libero da tutte le accuse. Secondo quanto pronunciato dalla Corte d’Assise del Cairo il 29 novembre, l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak non doveva nemmeno essere processato per aver dato ordine alla polizia di sedare una rivolta nel 2011, provocando la morte di 239 manifestanti. La Corte ha poi assolto il vecchio dittatore dalle accuse di tangenti e corruzione nell’ambito della vendita di grandi quantità di gas egiziano allo Stato d’Israele. Assolti anche l’ex Ministro dell’Interno di Mubarak e i suoi 6 assistenti coinvolti nel processo che aveva portato alle dimissioni del leader.
Subito dopo la sentenza, Mubarak si è fatto immortalare da un selfie con un giovane ufficiale dell’esercito, prima di intervenire telefonicamente al programma di Ahmed Moussa in onda sulla televizione Sada Al-Balad.
Più che le risposte del vecchio dittatore, sono interessanti le domande che gli rivolge il conduttore che rispolvera il tormentone della cospirazione straniera dietro la rivoluzione. Moussa è conosciuto per gli attacchi che da mesi lancia contro i giovani rivoluzionari protagonisti del 25 gennaio. Proprio mercoledì è stato condannato a sei mesi di lavori forzati per aver insultato in diretta Tarek al-Awady, l’avvocato degli ùltras della squadra di calcio Zamalek. Accusato di diffamazione e di diffusione di false notizie, Moussa dovrà pagare una multa di diecimila sterline.