L’intervento francese in Mali nel racconto dei canali salafiti egiziani

21/01/2013
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L’eco dell’intervento francese in Mali è arrivato anche in Egitto, creando indignazione soprattutto negli ambienti salafiti più radicali.  

Il controverso presentatore Khalid Abdallah ha dedicato al Mali un’intera pagina della trasmissione Misr al-jadida, Il nuovo Egitto, in onda sul canale salafita Al-Nas, La Gente. Sin dalle prime battute, i toni del programma hanno rispettato la tradizionale narrativa islamista. Si è parlato di un Occidente nemico dell’Islam, colonialista e islamofobico. “La doppia morale dell’Occidente che si muove per difendere esclusivamente i propri interessi, sfruttando il pretesto dell’ estremismo islamico” è stato uno degli argomenti più ricorrenti.

L’Occidente è stato descritto come un mondo viziato e ipocrita, in guerra con l’Islam e insensibile alle persecuzioni dei musulmani. I media salafiti hanno colto l’occasione per ricordare quanto avviene in Birmania , dove la comunità islamica è vittima di persecuzioni e violenze taciute dall’Occidente. Secondo gli ospiti della trasmissione – Ahmed El Sayyed Ahmed, giornalista del quotidiano Al-Ahram, e Ahmed Fouad, ricercatore in questioni internazionali e professore all’Università di Alessandria- l’Europa sta mantenendo in questo paese un atteggiamento simile a quello già adottato nei confronti dei palestinesi.

Il messaggio di questa trasmissione è stato chiaro: l’Occidente combatte contro l’Islam e i musulmani, l’Europa islamofobica che vieta i minareti in Svizzera o il velo in Francia,in realtà teme la creazione di uno stato islamico in Mali che si estenda all’Egitto fino ad Oriente, diventando una enorme potenza. Con questo messaggio, il presentatore ha richiamato la visione del salafismo che sogna la creazione di un califfato islamico in continua espansione, dall’Africa alla Cina. Tra preghiere ad Allah e invocazioni contro gli “infedeli”, nel corso della trasmissione è stato anche ricordato che la Francia è uno dei paesi europei con maggior concentrazione di musulmani e non si può escludere che questo intervento armato causi attacchi interni che potrebbero creare problemi all’Eliseo.

Sempre su Al-Nas, il telepredicatore egiziano ultra-radicale Wagdi Ghoneym, ha usato toni ancora più accesi. Nel suo tipico stile aggressivo, Ghoneym ha maledetto la Francia, mettendo in dubbio la nozione di terrorista e affermando che “i veri terroristi sono i francesi che attaccano un paese, non chi si difende.” In aggiunta, ha ricordato al suo pubblico che la Francia ha agito come gli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq,  sottolineando che “ovviamente” anche gli altri stati occidentali si stanno aggregando a questa offensiva. Come Khaled Abdallah, Ghoneym ha accusato la Francia di “neo-colonialismo” e di guerra all’Islam, invitando tutti i musulmani a manifestare davanti alle ambasciate francesi. Al Cairo questo appello è stato accolto proprio da un gruppo di salafiti che venerdì scorso è arrivato davanti alla sede diplomatica francese. Di questa iniziativa si è parlato solo sui notiziari che hanno descritto lo scarso successo numerico dell’evento. Appellandosi alla guerra santa, alcuni manifestanti hanno scandito lo slogan  “Mali stiamo arrivando, martiri a milioni”.

Se dalle televisioni satellitari si passa ai canali web, si nota che il video in cui uno dei leader di Al-Qaeda nell’area, Abi Musa’b Abd el Wadud, rivendica l’operato di Al-Qaeda nei Paesi del Maghreb arabo ha avuto grande risonanza.  Divulgato da Tanzim Al-Qaeda bi bilad al-Maghreb al-Islami, Organizzazione di Al-Qaeda nei Paesi del Maghreb arabo, il video, arrivato anche sugli schermi di Al-Jazeera, è intitolato “L’invasione del Mali, una guerra francese per procura.” Facendo richiamo all’uguaglianza tra razze diverse e alla giustizia sociale, Abi Musa’b Abd el Wadud fa discorsi molto populisti, tipici del salafismo jihadista. In questa ottica ha presentato i membri del gruppo al quale appartiene, i mujahidin, come gli unici veri musulmani, pronti a combattere con il jihad, lo sforzo qui inteso come guerra santa,  gli oppressori dei popoli indifesi.

Toni molto simili anche sulla web-tv di Ana Salafi, Sono Salafita, organo mediatico dell’organizzazione salafita Dawah Salafiyya. Questa emittente ha trasmesso la predica di venerdì dello sheikh Issam Hassaneyn, il salafita che ha parlato di “aggressione dei Crociati contro i musulmani.” Ricordando l’implicito patto di mutuo soccorso fra musulmani, anche questo sheikh ha invitato al jihad.

Per capre la posizione ufficiale del presidente egiziano Mohammed Mursi è sufficiente guardare Misr 25, il canale dei Fratelli Musulmani dal quale il capo di stato ha condannato l’intervento armato. Ricordando come un’azione militare non sia in grado di risolvere il problema, Mursi si è schierato a favore della mediazione diplomatica e del dialogo, sperando che una pace sia raggiunta attraverso sviluppo e progresso.  Il presidente è infatti consapevole che vi è il rischio di un allargamento del conflitto ai paesi vicini , come é stato sottolineato durante alcuni telegiornali sulle televisioni statali.

Tra i canali privati non islamisti, ON Tv é apparsa come l’emittente più attenta alla questione. Ha trasmesso  resoconti quotidiani dal Mali e, dopo il blitz delle forze speciali algerine all’impianto di gas naturale di In Amenas, anche dall’Algeria, fornendo quotidianamente una copertura dettagliata e commentata degli eventi.