La stampa turca commenta la stretta di Erdogan ai media

21/12/2014
uykusuz

La maxi-retata dei giornalisti, l’anniversario dello scandalo di corruzione più grande della storia della repubblica di Ankara e l’apertura del processo contro i tifosi della squadra di calcio del Beşiktaş si sono intrecciati in una settimana di fuoco tanto per la società civile turca quanto per il governo del presidente Racep Tayyip Erdoğan.

“Buon compleanno, Nuova Turchia”

La celebre rivista satirica Uykusuz apre la settimana mettendo in prima pagina la vignetta di una scatola di scarpe  – simbolo-chiave dell’inchiesta contro la corruzione iniziata il 17 dicembre 2013 – e una candela di compleanno. In didascalia: “giornalisti in prigione..divieti alla stampa..scatole di scarpe..la Nuova Turchia compie un anno”.

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Dai giornali più vicini al governo a quelli d’opposizione, le prime pagine di martedì 17 hanno dato ampio spazio all’anniversario dell’inchiesta contro la corruzione che lo scorso anno colpì membri chiave della compagine governativa e diede inizio al braccio di ferro tra le forze del predicatore islamico Fetullah Gülen e Racep Tayyip Erdoğan. 

Cumhuriyet e Sözcü, quotidiani di ispirazione kemalista e vicini al partito d’opposizione Chp, nominano i giorni dal 17 al 25 “la settimana dei ladri e della lotta alla corruzione“, e lanciano la campagna “non dimentichiamo, e non vi faremo dimenticare“. Inoltre, mentre dalle colonne di Cumhuriyet Ahmet Şık, Ahmet Şık, storica penna del giornalismo turco, ripercorre le fasi della rottura tra i “fratelli-nemici” Erdoğan e Gülen, su Zaman Faruk Alan e Ömer Keskin propongono una via crucis della libertà d’espressione e dello stato di diritto in Turchia: il blocco ai social media, la sostituzione e il trasferimento di  seimila giudici, l’introduzione della possibilità di fermo per ogni “moderato sospetto”.

In risposta, dalle testate più vicine al governo, la giornalista Kübra Par intervista il parlamentare Akp direttore della commissione d’inchiesta sullo scandalo dello scorso anno. “Non chiuderemo la questione […] non cerchiamo di nascondere niente. […] stiamo facendo del nostro meglio e continuiamo l’inchiesta. [..] Le dedichiamo molto tempo.Speriamo di prendere una corretta decisione.” 

“La stampa libera, non si può zittire”

Nell’occhio del ciclone dopo la retata di domenica 14 dicembre, il quotidiano Zaman segue passo passo le vicende del suo caporedattore Ekrem Dumanli, tenuto in stato di fermo insieme al direttore dell’emittente Samanyoluparte anch’esso del gruppo dei media vicini a Gülen. Giorno per giorno si rivela che i due sospettati, interrogati solo dopo 80 ore dal loro stato di fermo, sono accusati di cospirazione contro lo stato sulla base di una notizia e due rubriche.

A sostenerli, in diversi quotidiani, una pagina dedicata alla petizione lanciata da giornalisti di spicco della sinistra e della destra storica turca come Nazli Ilıcak o Cengiz Çandar, con il simbolo di una mano che stringe una penna, ma incatenata, e lo slogan: “la stampa libera non si può zittire”.