La fiction siriana. Mercato e politica della televisione nell’era degli Asad

Cartellone della campagna pubblicitaria per promuovere l'unità nazionale dopo le prime manifestazioni anti regime del 2011, Damasco 2011.

La fiction siriana. Mercato e politica della televisione nell’era degli Asad indaga sui legami fra media e politica nella Siria di Bashar al-Asad e ne esplora i rapporti con il mercato audiovisivo panarabo controllato finanziariamente dalle grandi potenze del Golfo. Esiste una sorta di “affinità elettiva” fra una classe di intellettuali, artisti e filmaker, illuminata e laica, e la classe politica della “nuova guardia” salita al potere all’inizio del duemila con Asad figlio,impegnata a portare avanti un progetto apparentemente riformista e progressista. Queste élites hanno stretto un patto di ferro, con lo scopo di educare una società da entrambe ritenuta incapace – se non attraverso un processo graduale e attentamente controllato da minoranze illuminate – di uscire da una supposta arretratezza sociale e culturale. Il mezzo su cui si è più investito per l’attuazione di questo progetto “illuminato” sono state le soap-opera (musalsalat), fiore all’occhiello della produzione culturale siriana, acquistate e viste in tutto il mondo arabo. Le serie televisive trattano di estremismo, terrorismo, libertà della donna, dialogo interreligioso, e tutti gli argomenti ritenuti più scottanti nelle società arabe contemporanee: sono diventate l’emblema di un riformismo mediatico che è andato, per oltre un decennio, di pari passo con il supposto riformismo politico di Bashar al-Asad.

Usando le storie, i personaggi e i contesti produttivi delle musalsalat, nel testo si prova a far luce sulle cause che hanno portato allo scoppio della rivolta siriana, oggi degenerata in guerra civile. Il racconto scorre dai mesi successivi al marzo 2011 fino a Ramadan 2013, e illustra, attraverso le popolari fiction televisive vendute a tutto il mondo arabo, i tentativi riformisti -a livello sia mediatico che politico- progettati per trovare una soluzione alla crisi, il fallimento di questi e delle élites intellettuali vicine al regime, fino al prevalere dell’alternativa militare e di lotta armata, apparente unica possibilità per il futuro della Siria.