Il nuovo canale qatarense suscita una disputa mediatica

17/02/2015
Al-Araby al-Jadeed

Fra i fondatori del canale c’è anche un ex membro della Fratellanza e l’ex capo di Al-Jazeera Mubasher Misr

Un nuovo network satellitare, lanciato di recente, sta suscitando polemiche in Egitto a causa della sua vicinanza ai Fratelli Musulmani.

Il nuovo canale qatarense, Al-Araby al-Jadeed, è stato lanciato a Londra domenica 25 gennaio, una data simbolica che coincide con il quarto anniversario della rivoluzione in Egitto.

Fin dal momento in cui le pubblicità per il nuovo canale sono apparse lungo le vie del Cairo, si sono scatenate polemiche e richieste di rimozione dei cartelli.

Ma come è nata Al-Araby al-Jadid?

A marzo 2014, una holding qatarense privata ha iniziato a finanziare una multi-piattaforma mediatica internazionale. Il progetto includeva un sito web chiamato Al-Araby al-Jadeed e un quotidiano in arabo che portava lo stesso nome che ha iniziato a pubblicare alla fine di settembre, secondo un report della BBC.

Il network televisivo Al-Araby, che ha lanciato per primo il canale Al-Araby al-Jadeed, si indirizza verso il mondo arabo, soprattutto i giovani. Basandosi sulle dichiarazioni del network, trasmetterà notizie politiche, sociali, culturali, come pure programmi d’intrattenimento.

Il Chief Executive Officer del network, Islam Lotfy, descrive l’esperimento come “un tentativo di esprimere contenuti indipendenti legati a ciò che possiamo definire i media delle persone, opposti ai media statali o ad altri canali mediatici che esortano all’estremismo religioso”. Lofty è un nome conosciuto a quanti frequentano la politica egiziana. È un giovane ex affiliato alla Fratellanza che da anni si sta muovendo all’interno dell’ala dei giovani islamisti riformisti. Fu espulso dopo aver contribuito alla fondazione del partito Egyptian Current.

Riguardo alla scelta della data di lancio, Lotfy ha dichiarato che il canale non era pronto prima di allora e che “il 25 gennaio segna una svolta decisiva nella storia moderna del mondo arabo”. Aggiungendo che, durante la rivoluzione del 25 gennaio, le persone sono scese in strada consapevoli dell’idea della “caduta del regime”, mentre la rivoluzione in Tunisia è stata “completamente spontanea”.

Lotfy sostiene che esiste solo un programma dedicato all’attualità egiziana e che il canale è principalmente un “canale arabo”, nonostante sia stato lanciato da un gruppo di egiziani.

Antenne dalla diaspora

Inizialmente, Islam Lotfy insieme ad Ahmed Zein, l’attuale direttore del canale Al-Araby al-Jadid, hanno tentato di lanciare il canale dall’Egitto, ma sono stati costretti a chiudere alcuni giorni dopo. L’idea è stata quindi quella di sospendere temporaneamente fino a quando non avessero ricevuto il permesso di lanciare il canale a Londra. Del resto, Al-Araby al-Jadid non è il primo canale egiziano che trasmette dall’estero. Già nel 2013, la Turchia aveva prestato le sue antenne a Rabaa, televisione islamista che continua a trasmettere da Ankara. In Germania sono invece nati Hurriyyati (La mia libertà) e New Khalej.

Il direttore di Al-Araby al-Jadid, Ahmed Zein, è stato il primo a dirigere Al-Jazeera Mubasher Misr, il nuovo network qatarense live streaming focalizzato sull’Egitto, ma mandato in onda dalla capitale del Qatar, Doha.

Dopo una serie di dispute riguardanti i permessi per l’ufficio al Cairo, Al-Jazeera ha annunciato il 22 dicembre la chiusura del canale. Il network ha confermato in una dichiarazione che la messa in onda dall’Egitto si sarebbe fermata fino a quando i permessi richiesti non fossero stati ottenuti dalle autorità egiziane.

L’Egitto e il Qatar sono arrivati ai ferri corti per oltre un anno dopo la fuoriuscita del presidente islamista Mohamed Morsi nel luglio 2013. Il Cairo ha accusato Doha di appoggiare i Fratelli Musulmani e di favorire l’instabilità all’interno del paese. I due paesi solo recentemente si sono riconciliati grazie all’intermediazione saudita.

Pur tuttavia, i media egiziani continuano a sostenere che il nuovo canale rappresenti un tentativo del Qatar di evitare la sua riconciliazione con l’Egitto attraverso il lancio di un sostituto di Al-Jazeera Mubasher Misr, con cui vorrebbe appoggiare i Fratelli Musulmani, partito ormai dichiarato fuori legge.

L’articolo è precedentemente apparso su Daily News Egypt

Modifiche e traduzione di Giulia Ciatto