Al-Nas: la televisione che vuol portare in paradiso

10/01/2013
Al-Nas

C’è chi l’accusa di insultare i copti, chi di aver provocato l’ondata di anti-americanismo che ha portato alla morte dell’ambasciatore statunitense Chris Steven a Benghazi. Al-Nas, “La Gente”, è il primo canale satellitare salafita della storia egiziana.

Nata nel 2006 come televisione di intrattenimento, Al-Nas si è presto trasformata in un canale religioso: la formula originaria non attraeva spettatori. Per questo l’investitore saudita Mansour Ben Kedsa ha deciso di cambiare orientamento. Via musiche, balli e donne. Dentro tre sapienti salafiti come Mohamed Hassan, Abu Ishaq al Heweny e Mohamed Yacoob. A cambiare è anche lo slogan. “Al-Nas: per tutta la gente” diventa “Al-Nas: la stazione che ti porta in paradiso”. Grazie a un sito web, una pagina Facebook, un account Twitter e un canale YouTube, questa televisione diventa rapidamente uno dei network salafiti più politicizzati e seguiti.

In linea con gli altri canali salafiti, Al-Nas diventa più attiva dopo la rivoluzione del 25 gennaio quando abbandona il tradizionale quietismo che, nell’era del presidente Hosni Mubarak, l’aveva portata a preferire il sostegno al sovrano piuttosto che lo scoppio della fitna, la guerra interna all’Islam.

Al-Nas propone programmi religiosi e di dawah, predicazione, lasciando spazio anche a trasmissioni politiche, sociali e di attualità. I programmi sono abbastanza interattivi, prevedono l’intervento telefonico del pubblico e sono intervallati da televendite, generalmente di prodotti sauditi. Costanti della programmazione sono la lettura del Corano e discorsi che incitano all’osservanza del comportamento del Profeta e dei salaf, i primi compagni di Maometto.

Questa televisione si rivolge alla società egiziana in ogni sua componente. Le donne non compaiono sullo schermo, ma ci sono trasmissioni fatte apposta per loro. Passando da Al-matbakh wa al-nas, “La cucina e la gente”, a Hiyya, “Lei”, ci sono anche programmi su ginecologia e maternità. Tutti presentati rigorosamente da conduttori uomini.

Una delle trasmissioni principali è Misr al-Jadida, “Il nuovo Egitto”, trasmessa più volte a settimana e condotta da Khaled Abdallah, giornalista salafita militante. Nelle due ore di trasmissione si intervallano leader islamisti più o meno estremisti ed esponenti del mondo politico e religioso. Evitando di alimentare la polemica interna ai differenti gruppi islamisti, Abdallah prova a tracciare un panorama unitario dei partiti e dei movimenti dell’islam politico, dando voce alle diverse istanze che chiedono l’applicazione della sharia, la legge islamica.

Misr al-Jadida è stata la trasmissione che ha mandato in onda il video amatoriale “Innocence of Muslims” che, ridicolizzando il Profeta Maometto, è stato ritenuto blasfemo dai musulmani, provocando manifestazioni di rabbia su entrambe le sponde del Mediterraneo. Questo circolava su YouTube già da mesi, ma Al-Nas ne ha amplificato la visibilità.

Nel palinsesto si trova anche Al-Akhar, “L’Altro”, un programma condotto da Omar e Mohammed Al Aal che segue l’agenda politica e sociale della nazione, spiegando, di volta in volta, la posizione salafita. Non mancano i programmi di approfondimento sociale come Ayishiin ez-zaii?, “Come viviamo?”, dedicato alle condizioni di vita nelle zone più povere dell’Egitto, Al-tabib wa al-nas, “Il medico e la gente”, e trasmissioni di approfondimento storico, focalizzate su episodi dell’epoca d’oro dell’Islam .

In linea con gli altri canali salafiti, il venerdì, nell’ora della preghiera comunitaria di mezzogiorno, Al-Nas trasmette in diretta dalla moschea la khutba, la predica religiosa. Oltre alla preghiere, anche le fatwa, sentenze religiose, hanno un’importanza centrale nel palinsesto. Una delle trasmissioni in onda quotidianamente è proprio Fatawaa al-nas, “Giudizi giuridici per la gente”.

Al-Nas presenta una visione del mondo aderente alle diverse anime della galassia salafita egiziana, lasciando però qualche spazio anche ad altri simboli islamici. È per questo che rimane un canale portatore di istanze difficilmente riscontrabili altrove e, dal punto di vista dei contenuti, più completo. Trattando ogni aspetto della vita della società egiziana, si rivolge a un pubblico ampio, diversificato e rappresentativo di segmenti diversi della società. Quando tratta questioni relative al ruolo della donna o al rispetto dei diritti umani, Al-Nas offre un distillato di ideologia, una visione del mondo rigorosamente salafita. Il tutto condito da una retorica anti-occidentale.

La narrazione di Al-Nas consiste quindi in una rivisitazione dell’età mitizzata del Profeta, dei pii salaf e delle conquiste islamiche. A tutto questo segue un richiamo dei musulmani a una presa di coscienza della grandiosità della propria religione e l’appello a compiere lo sforzo per avvicinarsi e somigliare più possibile al Profeta e ai componenti della prima gloriosa umma, comunità, islamica.