Salwa, avvocatessa vittima delle elezioni libiche

04/07/2014
@LibyanBentBladi

Un’intervista in diretta alla TV Annaba potrebbe essere l’elemento che ha accelerato la decisione di assassinare l’avvocata libica Salwa Bugaighis. Il 25 giugno, giorno delle elezioni parlamentari, poco prima della chiusura dei seggi, Bugaighis è intervenuta in diretta per testimoniare sulla rottura della tregua tra i jihadisti e le truppe fedeli al generale Khalifa Haftar.  La tregua era stata proclamata appositamente per permettere lo svolgimento delle operazioni di voto con serenità. Alla domanda della conduttrice del telegiornale su cosa stava succedendo a Bengasi, l’avvocata ha raccontato quel che si vedeva dal terrazzo della sua casa, alla periferia della città. “È in corso un forte lancio di artiglieria e spari a raffica da armi pesanti e lanciagranate. Il fuoco proviene dal campo delle milizie Rafallah Sahati e dalle zone limitrofe. C’è qualcuno che ha deciso di rovinare la festa delle elezioni, perché teme di essere escluso dalle urne”.

Una testimonianza precisa che non permette interpretazioni. In qualche stanza degli alti comandi dei miliziani jihadisti è maturata la scelta di chiudere definitivamente la bocca all’attivista per i diritti umani e promotrice del dialogo nazionale. La televisione Al-Hurra, ha titolato: “Un’altra voce autorevole è caduta sulla via della democrazia”. L’emittente di stato, controllata dai Fratelli Musulmani, ha riconosciuto che la famiglia Bugaighis era da tempo minacciata e uno dei figli aveva subito in passato un attentato, per fortuna fallito.

Le emittenti libiche da tempo sono salite sulle barricate dello scontro politico in corso tra le correnti islamiste e le forze nazionali laiche. L’operazione dell’ex generale in congedo, Haftar, ha reso ancora più drammatica questo arruolamento dei media. Libya Al-Hurra e Al-Assima sono fortemente favorevoli, Annaba e Misrata Tv sono contrarie e il canale di stato apparentemente neutrale. Tre posizionamenti che hanno influito sulla modalità di dare la notizia, sul linguaggio usato e sugli ospiti invitati in studio o ascoltati telefonicamente.

Da una parte si parla dell’Operazione dignità per la liberazione della Libia dal terrorismo jihadista, dall’altra si definisce l’azione dell’ex generale con il termine colpo di stato che vuole scippare i sacrifici di coloro che hanno liberato la Libia dal regime militare, bollandoli come terroristi. L’emittente statale invece si limita a ricordare che il generale Haftar si è ribellato alla legalità del Congresso nazionale eletto dal popolo e ha diviso i libici in fazioni pro e contro le sue aspirazioni a prendere il potere con la forza.

Anche la cronaca degli scontri di Bengasi, tra le unità dell’esercito fedeli al general Haftar e le milizie islamiste, ha subito distorsioni vistose. In particolare l’uso degli elicotteri per colpire le due caserme occupate dalle milizie sono state raccontate in modo differente. Mentre Al-Assima e Al-Hurra fornivano i comunicati del portavoce dell’esercito e contattavano al telefono abitanti nelle vicinanze (le due emittenti trasmettono dall’estero, a causa degli attentati subiti), le altre televisioni mettevano l’accento sulle vittime civili che l’uso dell’aeronautica potrebbe provocare, dando risalto a notizie pubblicate sui social network e di poca affidabilità.

A entrare a  a gambe tese nella disputa politica è stato anche il Mufti Sadeq Ghariani che ha affermato che coloro che sosterranno il generale andranno all’inferno. Non solo ma ha emesso una fatwa sull’obbligo di combattere quelli che ha definito gli aggressori. Nella stessa trasmissione ospitata dalla televisione statale ha difeso Ansar Sharia dall’accusa di terrorismo, con l’argomento che “chi denigra questo movimento offende l’Islam”.

Il potere politico e militare è nelle mani degli islamisti, ma le loro ragioni propagandate da TV sia governative che private non hanno convinto la maggioranza dei libici. Secondo i risultati elettorali, parziali e non ufficiali, gli islamisti hanno subito una sonora sconfitta, scendendo dal 17 al 13% degli eletti, malgrado un nuova legge elettorale confezionata su misura per loro, lo scorso febbraio. Hanno vinto molti dei sostenitori del generale Haftar ed in particolar modo i federalisti. Il gruppo parlamentare più numeroso rimane quello della Coalizione delle Forze nazionali, che da sola però non potrà governare. La Tv Al-Hurra ha dedicato al futuro governo una trasmissione con lo sfondo una gigantografia di Salwa Bugaighis e con questo titolo: “In Libia, l’unica strada è quella del dialogo”.

 

Photo Credits: LibyanBentBladi/Twitter