Il social network che vuole riavvicinare nord e sud dello Yemen

06/08/2013
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Socialpalz. È questo il nome del primo esperimento di social network tutto yemenita che ha tuttavia una grande ambizione: diventare la piattaforma social in lingua araba più diffusa di tutto il Golfo. A crearlo sono stati sei giovani yemeniti, tre di Aden e tre di Sana’a, che hanno lavorato al loro progetto dalla fine del 2012 con l’obiettivo di diffondere un’immagine diversa del loro Paese, ancora troppo legata a quella del terrorismo, e di riavvicinarne il sud e il nord, oramai avvolti dallo spettro della secessione.

Attivo da fine maggio e con una versione parallela anche in lingua inglese, Socialpalz – dall’inglese pals, amici- punta a essere un social network completo. A differenza di altre piattaforme simili permette infatti di ordinare i post in categorie, con un occhio di riguardo a quelle di ‘lavoro’ e ‘politica’. Il sito web punta a essere un forum di discussione aperto a tutti gli yemeniti. Ha una sezione appositamente dedicata alle offerte di lavoro ed è ottimizzato per la creazione di curriculum vitae online. Secondo i sei giovani fondatori, Socialpalz avrebbe già sollevato l’interesse di investitori ed inserzionisti dal Kuwait, dagli Emirati Arabi Uniti, dagli Stati Uniti e dall’Algeria.

La nascita di Socialpalz è in parte lo specchio di un Paese che sembra spesso ritagliarsi un ruolo differente rispetto alle dinamiche generali del mondo arabo. La sollevazione popolare esplosa nel 2011 che ha portato alla caduta dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh ne è probabilmente l’esempio più evidente, non solo da un punto di vista prettamente politico. A differenza di altri contesti, in Yemen i social media hanno difatti ricoperto un ruolo pressoché marginale nell’innescare il moto popolare. Ma se a San’a la rivolta del 2011 non è passata da Twitter o da Facebook, quell’evento ha tuttavia creato le condizioni perché i semi di una rivoluzione, questa volta “virtuale”, potessero essere piantati. I risultati più tangibili sono proprio quelli legati alla sfera internet, con un aumento rilevante dei dati di accesso nel corso degli ultimi due anni.

Secondo le statistiche di internetworldstats, nel 2010 erano appena 420 mila gli yemeniti che avevano accesso alla rete, un dato che in parte spiega perché, l’anno successivo, l’ondata rivoluzionaria abbia preso le mosse seguendo le forme della mobilitazione classica. Ad appena due anni di distanza, nel 2012, queste cifre appaiono tuttavia completamente diverse, con quasi quattro milioni di yemeniti che hanno ora accesso a una connessione internet. Senza dubbio in un paese il cui tasso di analfabetismo rappresenta ancora una piaga profonda nel tessuto sociale, radio e televisione continuano a ricoprire un ruolo dominante nell’apparato mediatico.

Tuttavia questa predominanza si traduce più che altro in termini di diffusione, mentre i dati sulla popolarità del mezzo offrono un’immagine differente. Nonostante l’utilizzo pro-capite di internet sia tra i più bassi del mondo arabo, l’attività degli utenti yemeniti sui social media, in modo particolare Facebook, supera ad esempio quello di Paesi come Bahrein, Giordania o Emirati Arabi Uniti, dove la copertura della rete è tra l’altro di gran lunga più ampia. Nella fascia d’età 16-35 anni la popolarità di Twitter, Facebook è poi maggiore rispetto a quella della televisione (rispettivamente 31, 27 e 15 percento )

Questa rivoluzione virtuale presenta ad ogni modo delle caratteristiche particolari, che si traducono nell’emergere di piattaforme sociali e forum di discussione dedicati a determinate realtà tribali e provinciali, a conferma di un panorama sociale fortemente diviso lungo linee etniche e geografiche. Yemeni Council è ad esempio uno dei forum più diffusi del Paese e spazio di discussione privilegiato del Movimento del Sud (Herak), accanto al Gates of the South e al blog del Southern Mobility Movement. Attorno a questi tre spazi virtuali si sta coagulando la discussione sulla questione meridionale, tema centrale della Conferenza sul dialogo nazionale, il forum dove i principali partiti politici e rappresentanti della società civile stanno disegnando da marzo il futuro assetto del Paese in vista delle elezioni del 2014.

Sui social media trova spazio anche il nord, in modo particolare il movimento sciita degli Houthi, il cui braccio politico, noto come Ansar Allah, dispone di una piattaforma mediatica più completa che va da Facebook a Twitter, passando da diversi altri forum. Il quadro è poi completato dai movimenti giovanili, che nel dialogo nazionale hanno trovato una scarsa rappresentanza (40 seggi su 565), ma che nella blogosfera hanno un seguito importante. Tra le pagine Facebook più popolari figurano News of the Yemeni Revolution, Second Page for Yemen’s Change Revolution e Yemen Eye News, preceduti solo da quella dell’attivista e premio Nobel Tawakkul Karman, al momento la più seguita in tutto il Paese. Particolarmente popolari sono poi l’attivista Atiaf Alwazir, che cura un interessante blog dedicato alle donne nello Yemen, e Mohammed al-Asaadi, che gestisce diverse piattaforme che si occupano prevalentemente di politica e news.

Il lancio di Socialpalz s’inserisce dunque in un contesto particolarmente fluido ed in costante evoluzione, in cui le piattaforme virtuali hanno già un seguito importante per potersi affiancare ai media tradizionali. Parte di queste piattaforme sembrano tuttavia essere ancora legate a logiche piuttosto etniche e geografiche, creando una frattura in un panorama in parte dominato dai social media indipendenti, ma che complessivamente risulta diviso tra social network del nord e del sud. Esattamente quel tipo di logica che Socialpalz vorrebbe tentare di superare.