Al-Jazeera America alza il sipario

19/08/2013
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Dopo otto mesi di rodaggio, Al-Jazeera alza il sipario sulla sua piattaforma americana. Molte voci del mondo della cultura e della politica statunitense hanno espresso “preoccupazione” per la vendita all’emittente qatarense di Current TV, la testata fondata dal politico e ambientalista Al Gore. Parlando su Fox News, alcuni hanno evocato lo spettro del jihad temendo che Al-Jazeera America possa diventare il “cavallo di Troia della televisione del terrore”. Per contenere l’effetto Al-Jazeera, il Time Warner Cable ha deciso di rimuovere il canale dalla propria rete di distribuzione, privandolo dell’accesso a una porzione di pubblico stimabile in alcune decine di milioni di abbonamenti. Questo ha portato anche gli opinionisti più cauti a prevedere che Al-Jazeera America incontrerà grandi difficoltà data la saturazione e la competitività del mercato, dominato da giganti come Cnn e Msnbc.

Questo crea un doppio vincolo per la nuova emittente, divisa tra la volontà di difendere la prospettiva periferica che ne caratterizza le politiche editoriali e l’esigenza di assecondare il protezionismo giornalistico americano. Infatti la guerra d’opinione in corso non riguarda solo la controversa reputazione di Al-Jazeera negli States, ma la prospettiva di rendere più plurale  l’informazione e dunque modificare lo sguardo americano sul mondo. Una fonte utile a comprendere la portata di questo dibattito è la campagna promozionale della nuova emittente. Come si autorappresenta Al-Jazeera America e cosa suggerisce tale autorappresentazione sull’identità del canale?

I contenuti della campagna di social networking lanciata nel 2013 contengono degli spunti interessanti sulla sua narrazione ‘in divenire’. In attesa della première del 24 agosto si può interagire con Al-Jazeera America visitandone il blog la pagina Facebook, l’account Twitter e un diario fotografico su Tumblr. Questi luoghi mediatici documentano minuziosamente la maturazione del progetto Al-Jazeera America. Il nuovo canale prende forma attraverso dichiarazioni d’intenti, brevi resoconti, sondaggi e testimonianze audiovisuali dei “dietro le quinte.”

Le parole chiave sono quelle tipiche dell’emittente: imparzialità, inchiesta e qualità, valori giornalistici universali che gli statunitensi hanno spesso accusato l’emittente di non rispettare. Per contrastare questo preconcetto è nata la serie “Meet the Team” dove il canale sfoggia un palma res di chiara fama. Tra i futuri rappresentanti di Al-Jazeera America ci sono, infatti, nomi molto apprezzati e considerati una garanzia di giornalismo obiettivo, come Ali Velshi, Soledad O’Brien (ex Cnn) ed Edward Pound (ex New York Times).

Tale operazione promozionale vuole catalizzare l’attenzione di un pubblico ancora virtuale, presentando il canale come un attore mediatico competitivo, “differente” e soprattutto attento alle richieste della platea nazionale. L’aderenza al sentire locale è il principio fondamentale dell’operazione. Secondo il direttore esecutivo Ehab Al Shihabi, Al-Jazeera America sarà “una testata giornalistica americana che darà priorità alle notizie importanti per il pubblico americano”. Alla missione del network di “dare voce a chi di solito non viene ascoltato” si affianca quella di una più mirata politica di “informazione sull’America e per l’America” che intende raccontare  storie escluse dai dibattiti televisivi. L’americanizzazione della newsorganization emerge con chiarezza anche nella decisione di trasmettere via cavo solo negli Stati Uniti.

Questa localizzazione geografica corrisponde a una territorializzazione delle pratiche e delle politiche editoriali: l’emittente dispone di dodici sedi sul territorio nazionale, trasmette da New York anziché Doha, e conta di produrre un 60percento di contenuti originali, diversi da quelli disponibili sul canale in inglese.

Data la percezione negativa dell’emittente e la saturazione del panorama televisivo, Al-Jazeera America raccoglie una sfida rischiosa. Il nuovo canale sembra voler sfruttare l’emergere di alcune nuove percezioni sul concetto di “americanità”, cavalcando i valori di democrazia e libertà di parola su cui si fonda il giornalismo nazionale. Prima ancora di re-mobilitare le preferenze dei telespettatori, il network qatarense sembra, ancora una volta, rendersi portavoce di un ‘altro’ giornalismo.