L’islam italiano sul Web

Senza nome

Internet è diventato evidentemente per molti musulmani un mezzo attraverso il quale poter anche esercitare il proprio culto, con la messa a disposizione di fonti, pubblicazioni, video, appuntamenti comunitari, nazionali e internazionali, e divulgare le proprie “ragioni” religiose. Se Il cyberspazio offre agli internauti di fede islamica una libertà d’espressione, spesso ostacolata nei paesi a maggioranza musulmana, qual è lo scopo di tanta attività attraverso il web in paesi come l’Italia in cui questa libertà sarebbe assicurata?

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Questo contributo vuole configurarsi come una prima analisi, senza la pretesa di esaurire il discorso, sul rapporto tra internet e l’islam in Italia, dove già da qualche anno è diventato la seconda religione dopo quella cristiana, avendo superato il milione di presenze. La rete è ormai un potentissimo e fondamentale mezzo di comunicazione e di divulgazione anche per le comunità musulmane che, alla pari di altre comunità immigrate, allontanandosi dai paesi d’origine e dai riferimenti relativi alla cultura di appartenenza, spesso rischiano di vivere nel nuovo contesto l’erosione dei legami affettivi, tradizionali, simbolici. Nel nostro paese parlare di immigrazione non di rado significa toccare un tasto dolente, soprattutto per coloro che continuano a vederla come un fenomeno legato esclusivamente ad aspetti emergenziali, a discapito di quelli strutturali, ignorando allo stesso tempo tutte le seconde generazioni di ragazzi e ragazze che, anche attraverso il web, gridano in “italiano” la loro presenza, il contributo che vogliono dare al Bel Paese e la rivendicazione dei loro diritti. L’osservazione dei siti islamici, accanto ad un’analisi dei contenuti, delle attività, dei materiali e di tanto altro che propongono, potrebbe aiutare a formulare delle riflessioni sull’islam italiano e a comprendere quali siano le necessità principali dei musulmani e delle musulmane che vivono in un contesto in cui la loro è una religione tra le altre religioni.

Fino a pochi anni fa, il numero di questi siti, creati da musulmani residenti in Italia, era pressoché esiguo. Ma nel giro di qualche anno è a dir poco aumentato e per rendersene conto basta usare un qualsiasi motore di ricerca. In questo senso, certamente, il crescente numero di pagine web in italiano che trattano di islam può essere letto come un ulteriore elemento a supporto di una visione strutturale dell’immigrazione che, oltre a rivestire per la nostra società implicazioni demografiche, economiche e sociali, se colta come opportunità, può avere dei risvolti positivi anche sul piano interculturale, inteso come capacità di fare l’esperienza dell’alterità culturale e di poterla elaborare.
Tuttavia, l’identità islamica incontra nel nostro contesto culturale ancora delle resistenze. La paura dell’islam e di coloro che professano questa fede non è solo storia recente: il passato di incontri non sempre pacifici rappresenta certamente un lascito che sarebbe ingenuo pensare non si rifletta ancora nella storia attuale, dove l’immagine dell’islam e dei musulmani, come spesso presentata dai mass-media, può facilmente essere distorta per il fatto che si continua a confondere l’islam con l’islamismo militante.

Considerate queste diffidenze e la disinformazione abbastanza dilagante, il World Wide Web per i musulmani, giovani e meno giovani, ha la capacità di generare un medium in apparenza libero dal controllo delle istituzioni, attraverso il quale esercitare la propria libertà d’espressione e acquisire una visibilità mediatica di fatto pressoché negata da altri canali comunicativi, all’interno di un mercato nazionale dell’informazione che stenta a dare un effettivo spazio, nonostante i numeri e le nazionalità presenti, all’indiscutibile multietnicità italiana.

Fin dall’ultimo decennio del secolo scorso, la comparsa dell’islam nel cyberspazio in lingua italiana era legata ad associazioni e movimenti di matrice islamica, che avevano lo scopo di riunire i fedeli sotto la propria sigla e rappresentarli ufficialmente nei rapporti con le istituzioni dello Stato italiano, una necessità dettata da un desiderio, forse utopico, di coesione sociale tra le diverse realtà dell’islam sull’intero territorio nazionale e che negli ultimi anni, si nota, si è diffuso anche ad un livello più circoscritto, regionale o provinciale.

Nel frattempo cosa è cambiato nel www islamico in Italia?

Ad un primo colpo d’occhio a siti web, blog, forum risulta evidente che l’islam virtuale è caratterizzato da un elemento di fatto peculiare anche dell’islam reale, il suo essere variegato e multiforme: le provenienze nazionali legate alla tipologia di islam professato e vissuto, le diverse interpretazioni (non per forza contrastanti) della religione, da quelle più tradizionali a quelle più moderne, le varie forme di appartenenza individuale all’islam, non sempre espresse con l’adesione ad organizzazioni/centri islamici.
Si tratta in generale di pagine abbastanza aggiornate, pur constatando che anche quelle il cui updating non è proprio recentissimo, riescono comunque a lasciare una piccola/grande traccia nel mare magnum della rete.
Si riscontrano, infatti, spazi creati e curati da immigrati, ragazzi di seconda generazione, italiani convertiti, appartenenti a gruppi dichiaratamente sunniti (non solo di origine araba, ma anche turchi e albanesi), sciiti, sufi e ad altri di derivazione islamica (eterodossi), di respiro locale, regionale, nazionale o internazionale.
Ma plurali si presentano anche gli scopi, non sempre dichiarati, di queste pagine.
Si passa dall’informazione alla divulgazione, dall’utilità sociale al dialogo, da forme non sempre “velate “ di proselitismo (quasi sempre in corrispondenza con l’immagine di Gesù nell’islam) ad altre di evidente apologia: “Questo Blog si propone di dare risposta agli interrogativi e alle polemiche che più frequentemente hanno per oggetto la religione islamica e il Corano. Tale attività è particolarmente necessaria in Italia, data la totale disinformazione che gli italiani hanno sulla religione di un miliardo seicento milioni di musulmani in tutto il mondo.”

A differenza degli anni passati, dietro un spazio web, oltre alle associazioni o ai centri culturali islamici, i cui siti in rete sono chiaramente pochi rispetto al numero effettivo di quelli presenti sul territorio nazionale (molti infatti ne sono sprovvisti, pur essendo facilmente reperibili indirizzo postale, e-mail, telefono dei referenti), si riscontrano anche iniziative di singole persone o piccoli gruppi che, stimolati dalla rapidità di diffusione, dal potenziale socializzante e dalla relativa economicità di internet, condividono esperienze, eventi, risorse, come anche storie personali di conversione e tanto altro, prevalentemente in lingua italiana.
Molto cliccati, da musulmani e non, risultano i siti di cultura araba e islamica dove trovare informazioni generali su: islam, fonti e pratiche della religione, lingua araba, storia, filosofia, letteratura, tradizioni popolari e culinarie. Queste pagine di solito sono ricche di testi scaricabili, che vanno dai temi più generali a quelli più particolari: i miracoli scientifici presenti nel Corano.
Allo stesso tempo la rete si presenta anche come un contenitore dove trovare gli orari della preghiera e programmi che aiutano a individuare la direzione della Mecca (qibla), il centro islamico e la macelleria islamica più vicini a casa propria, i sermoni del venerdì (khutba), informazioni sulle procedure per il matrimonio misto, sulla finanza islamica o sulla circoncisione e i centri pubblici che la effettuano, i responsi giuridici (fatwa), soprattutto legati ad aspetti della vita moderna (anestesia e digiuno, uso dello smalto per unghie, ecc), le indicazioni commerciali inerenti prodotti halal e abbigliamento islamico. Ma è anche uno strumento attraverso cui farsi aiutare nella scelta di un nome musulmano, porre domande “islamiche”, consultare materiali e strumenti (Corano, hadith, testi classici di esegesi coranica, ecc.) in lingua araba, o testo a fronte in italiano, non sempre facilmente reperibili in Italia, e infine trovare supporto nell’organizzazione e realizzazione del sogno più grande di ogni musulmano: il pellegrinaggio alla Mecca.

Uno spazio considerevole è occupato dai siti, molti in versione bilingue (italiano/arabo) e in qualche caso anche in inglese o urdu, di associazioni, centri e moschee, dai quali emerge una sorta di mappa della distribuzione delle comunità musulmane sul territorio italiano, con una maggiore concentrazione nelle regioni del nord, nelle quali il potenziale di internet è sicuramente anche più sfruttato, e con qualche eccezione nella restante parte del paese.
La maggior parte di queste realtà dichiara sulle proprie pagine di voler tutelare la propria identità culturale e religiosa e allo stesso tempo divulgare una corretta conoscenza della propria cultura e della tradizione islamica. Questi obiettivi si concretizzano attraverso visite guidate rivolte alle scolaresche, nel promuovere incontri di dialogo interculturale, tra italiani e stranieri e tra stranieri di differenti nazionalità, iniziative interreligiose, socio-culturali e benefiche. Si configurano quindi come luoghi di incontro, di soluzione dei problemi della comunità, di preghiera e di studio: un’immagine questa che sembra stridere con quella di una certa opinione pubblica che vuole questi centri esclusivamente come covi di terroristi, o futuri tali, pronti a tutto.

Tra le attività proposte, oltre a fornire strutture per l’aggregazione sociale e culturale degli associati si riscontrano corsi di lingua araba durante il week-end per bambini/ragazzi nati in Italia e con poca familiarità con questa lingua nella sua versione standard, lezioni di Corano o di educazione per i genitori, attività ricreative per i bambini e per i giovani, olimpiadi di lingua turca e, sulla falsariga di quelli cattolici, un oratorio estivo.
Su tutti questi siti sono messi a disposizione degli internauti, oltre all’immancabile orario delle preghiere, photogallary delle attività (incontri istituzionali, sportivi, iftar (rottura del digiuno durante il mese di ramadan), una variabile quantità di documenti, opuscoli e video lezioni inerenti il credo, la pratica religiosa, inclusi i cinque pilastri dell’islam (Arkan al-islam), la vita di Maometto e degli altri profeti, ecc. E naturalmente il Corano. Solo qualcuno ha caricato la Carta dei musulmani d’Europa.
Tra i servizi offerti ci sono: atti di matrimonio religioso islamico, separazioni o divorzi, lavaggio dei morti prima della sepoltura nello spazio cimiteriale riservato ai musulmani o al loro ritorno in patria, organizzazione del pellegrinaggio. Di tutti questi servizi vengono anche redatti i relativi certificati.
Tra le associazioni ci sono anche quelle che da statuto supportano la Palestina e la sua causa, una realtà non trascurabile nel panorama web in lingua italiana. Su alcuni dei loro siti si dichiara esplicitamente di rifiutare una connotazione di carattere politico o religioso e di perseguire finalità di solidarietà sociale nel campo della tutela dei diritti individuali e collettivi. Promuovono in genere attività e scambi culturali, attraverso viaggi, manifestazioni o eventi, diffusione di informazioni o campagne per il boicottaggio anti-Israele, come anche diverse forme di supporto (scolastico e socio-sanitario) e sostegno a distanza.
Oltre agli spazi on line di realtà associative che difendono i diritti dei musulmani d’altrove, ve ne sono anche altre che si schierano a difesa dei musulmani nostrani, impegnandosi affinché i diritti sanciti e garantiti dalla Costituzione della Repubblica Italiana (artt. 3 e 19) vengano effettivamente rispettati e applicati nel quotidiano, anche nei confronti della minoranza islamica e allo stesso tempo promovendo una cittadinanza attiva, l’interazione tra musulmani e non musulmani nella vita sociale e la corretta conoscenza della cultura islamica.

Una particolare attenzione va sicuramente riservata ai siti, ai blog e forum pensati e creati da e per donne: il riflesso di realtà associative più o meno neonate, alcune membri dell’European Forum of Muslim Women, sempre più diffuse sul territorio ed interessanti espressioni del vivere da donne e musulmane in un contesto sociale non originariamente islamico, ma fortemente multiculturale e con una particolare propensione all’interculturalità e al dialogo interreligioso, al volontariato e alla beneficenza, non solo a favore di altri musulmani.
Fatima Mernissi in un’intervista dal titolo La Rete o il velo? Il “cyber islam “ è rosa pubblicata su Avvenire nel 2001 già dichiarava: “La nuova cybertecnologia aiuta la democratizzazione dell’informazione, producendo la politicizzazione rivoluzionaria della cultura. I suoi effetti sono dirompenti anche sulla cultura femminile, specie su quella islamica che finora ha subìto un contesto di millenaria emarginazione sociale. Proprio qui si profila un nuovo ruolo della donna”. Le attività e i servizi riscontrati sono di varia natura: si va dai corsi di lingua (non solo arabo, ma anche italiano per stranieri), alla mediazione linguistica e socio-culturale, dagli eventi culturali ai momenti ricreativi, dal sostegno morale e giuridico contro le violenze alla formazione e guida per il lavoro, dal catering solidale ai servizi funebri.
Tra i materiali messi a disposizione ci sono l’immancabile Corano (versione scritta sia in arabo sia italiano e versioni orali con diversi recitatori), la vita e le raccolte di detti e fatti del profeta Maometto (sura e sunna) e guide per la pratica religiosa (preghiera, abluzioni, digiuno, pellegrinaggio, ecc.). Tra gli ultimi nati c’è niqab.it – La parola alle musulmane, un sito nato da un gruppo di musulmane che ha lo scopo di documentare quello che accade rispetto “all’intolleranza crescente nei confronti del velo islamico” e fornire un servizio utile a tutti coloro che vogliono conoscere la verità sul tema e sul suo ruolo culturale nell’islam. Attraverso le sue pagine web mira a “creare una rete nazionale di mutuo soccorso per le sorelle che non hanno mezzi economici o legali per difendere se stesse e il proprio velo”.

Non mancano pagine web per bambini, con materiali e risorse, quelle fatte da giovani o a loro dedicate, con lo scopo di approfondire le tematiche della religione e proporre attività che mirino all’inserimento dei giovani musulmani nella società in cui vivono, attraverso un processo di valorizzazione della ricchezza socio-culturale di cui sono spesso portatori inconsapevoli. Tra i siti di questo genere spicca quello dell’associazione Gmi (Giovani musulmani d’Italia), nata nel 2001 e con diverse sezioni sul territorio nazionale, che propone una piattaforma on line per entrare in contatto con l’associazione ed essere informati sulle attività, oltre a un forum interattivo e a una newsletter per conoscere gli eventi della settimana, organizzati dall’associazione o a cui il Gmi prende parte.
Si nota anche un proliferare di blog personali, nella maggior parte in lingua italiana, a parte qualche raro esempio in arabo. Quasi tutti hanno in bella vista la basmala, “Nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso”, la formula che apre tutti i capitoli del Corano, eccetto il nono, e presentano riflessioni, discussioni, risorse e materiali tra i più disparati: islam e politica, missive al nuovo Papa e al Presidente della Repubblica italiana, articoli pro Palestina “per rimediare al colpevole silenzio dei media sulla tragedia del popolo palestinese”, la questione del velo, rapporti tra uomini e donne, le condizioni per poter vivere in terra non islamica, il dialogo interreligioso, rassegne stampa, solo per citarne alcuni.
Tra i siti delle ambasciate e delle rappresentanze diplomatiche dei paesi islamici quello dell’Arabia Saudita, a differenza di altri che pongono l’attenzione esclusivamente su questioni turistiche e commerciali, oltre a quelle chiaramente burocratico-amministrative, mette a disposizione dei visitatori un intero libretto in pdf dal titolo Conoscere l’Islam e i Musulmani, in aggiunta ad un’intera pagina dedicata al Centro islamico culturale d’Italia e ad un link che rimanda al sito della Lega araba che dedica diverse pagine alla civiltà araba (lingua, scrittura e letteratura).

Sono numerosi anche i siti che permettono di scaricare gratuitamente una varietà non indifferente di libri e, date le pagine web riscontrate, potremmo parlare anche di un’editoria islamica on line che mette a disposizione di tutti, musulmani e non, testi che trattano di dogma e pratiche, studi coranici, sunna, vita dei profeti, codici e norme comportamentali, diritto e giurisprudenza, scienza e arte, storia, letteratura e filosofia, libri per bambini, lingua araba, ecc.
In questa cornice rientrano anche le riviste Il messaggero dell’islam, rivista di formazione e informazione islamica in lingua italiana, il Muslim e infine un periodico di informazione per le comunità musulmane in Europa dal titolo non proprio originale, Famiglia musulmana.
Last but not the least, per i cuori solitari un sito che consente di chattare con single e mette in contatto diretto gli iscritti con “migliaia di donne musulmane o uomini musulmani che cercano incontri musulmani e rapporti seri” pubblicando annunci personali, foto, profili: promette un vero e proprio matrimonio! 

 

 

(I link ai siti citati in questa analisi – ma non solo – sono raccolti nella sitografia ragionata, curata dallo stesso Antonio Cuciniello e consultabile qui)