La profezia della stampa si avvera: Essebsi diventa presidente

24/12/2014
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La vittoria di Beji Caid Essebsii alle presidenziali tunisine era stata già profetizzata velatamente da una parte della stampa e delle televisioni tunisine. Il periodico Leaders, già all’indomani del successo del primo turno, dedicava ampio spazio alla figura di Essebsi, il presidente della Tunisia “matura”. Il 19 dicembre in un’analisi firmata dall’esperto di statistica Moez Hababou, il risultato delle elezioni parlamentari era confrontato con l’esito del primo turno delle presidenziali. L’articolo presentava una tesi sostanziale e sosteneva una riconfigurazione della geografia elettorale tunisina, sempre più divisa secondo la direttrice nord-sud del paese.

In seguito alla proclamazione dei risultati ufficiali, lo stesso periodico ha pubblicato un gran numero di articoli, volti a “spiegare” le ragioni della vittoria di Essebsi. Un articolo riguardante le “cifre” del secondo turno delle elezioni ha confermato l’importanza della frattura nord-sud nella logica elettorale: Al-Marzouqi – ex presidente ad interim e prima attivista dei diritti umani transitato dalle prigioni di Ben Ali – ha ottenuto la maggior parte dei voti in quindici circoscrizioni del centro-sud del paese e nelle circoscrizioni estere ad eccezione della Francia. Essebsi, invece, ha ottenuto ampio consenso nel nord della Tunisia e nel Sahel. Per suffragare questa tesi, il periodico ha diffuso anche le percentuali dei candidati in due diverse città. Il risultato è speculare: a Tataouine Al-Marzouqi ha ottenuto l’88,9% dei voti mentre Essebsi l’11,1%. Per contro, a el-Kef Essebsi ha raccolto 75,4% dei voti contro il 24,6% di Al-Marzouqi.

Durante il suo primo discorso successivo alla vittoria, trasmesso dalla televisione Hannibal, Essebsi ha fatto menzione di questa polarizzazione, ringraziando i suoi elettori e promettendo di rappresentare “tutti i tunisini”. Il neo presidente si è rivolto nello specifico ai cittadini del nord e del sud del paese apostrofandoli, indistintamente, come “figli della nazione”. Infine, ha lanciato un appello ad al-Marzouqi e alle altre forze politiche perché supportino gli oneri di governo.
Il discorso di Essebsi contiene diversi riferimenti “religiosi” e fa esplicito appello all’elettorato di al-Marzouqi nel tentativo, probabilmente, di attrarre una parte di quanti hanno preso le distanze dalla Troika. La disfatta di Al-Marzouqi ha oscurato l’esito delle elezioni parlamentari e ha spostato l’attenzione sul fallimento collettivo dei partiti della Troika.
Il periodico Leaders, tuttavia, ha dedicato, un lungo articolo alla sorte di Ennahda, definito un partito ormai “nell’occhio del ciclone”. Gli islamisti, secondo il testo, devono fare i conti con la propria base elettorale, delusa dalla strategia fallimentare adottata che – in appena tre mesi – ha condotto alla perdita di tutti gli incarichi di governo. L’articolo ascrive la responsabilità principale allo shaykh Rashid al-Ghannushi artefice di scelte molto contestate. Nonostante i toni volutamente esagerati assunti dal periodico, Ennahda sta davvero fronteggiando la crisi interna più grande dai tempi della clandestinità. Hamadi Jebali, il primo ministro del primo governo della Troika, ad esempio, ha deciso di lasciare il movimento e ha affermato di voler creare un nuovo partito. A detta di molti analisti della politica tunisina, ciò potrebbe rappresentare l’inizio di una disgregazione del più antico movimento islamista del paese.

Anche il quotidiano Al-Sabah ha contributo a mediatizzare il successo elettorale di Nida Tounes e ha dato ampio risalto alle scelte del neo-presidente Essebsi. Egli avrebbe già selezionato i suoi collaboratori più stretti. Si tratta di alcune personalità indipendenti e di alcuni membri di rilievo di Nida Tounes, come Rida Belhajj che assumerà l’incarico di direttore dell’ufficio della Presidenza, Mohsen Marzouq che diventerà consigliere politico del presidente, mentre Rafa Ben Achour il suo consigliere legale. Infine, Moizz al-Sinawy sarà scelto come portavoce ufficiale della presidenza. Contestualmente, il presidente del Parlamento, Muhammad al-Nasser (anch’egli membro di Nida Tounes) ha affermato che Essebsi non sceglierà da solo il capo del governo, lasciando intendere che le consultazioni comprenderanno i vertici del partito.
La nomina di ‘Abd al-Fattah Muru, esponente di rilievo di Ennahda, come primo vice-presidente del Parlamento può aprire la strada a una consultazione più generale ed estesa a tutte le forze politiche presenti all’Assemblea. Lo stesso quotidiano ha pubblicato però un’intervista a Jebali nella quale l’ex primo ministro ha espresso il proprio scetticismo per la cultura democratica di Nida Tounes. Jebali ha manifestato anche una forte critica alla dirigenza di Ennahda che, a suo dire, ha smarrito le proprie posizioni iniziali e, pertanto, è stata abbandonata da una parte consistente del proprio elettorato. Secondo il periodico Réalités, Jebali ha anche smentito le voci che lo vorrebbero a fianco di Al-Marzouqi in un nuovo progetto politico che porta il nome di Sha‘b al-Muwatinin. Quand’anche questa notizia dovesse rivelarsi infondata, essa dimostra però il cambiamento in atto nel panorama politico tunisino che, al termine della transizione costituzionale, sta sperimentando la nascita di nuovi partiti e la formazione di alleanze trasversali.