I canali salafiti egiziani. Dal debutto sulla piattaforma satellitare alla discesa politica in campo

11/01/2013
Cairo satellite saragoldsmith

Se fino a sette anni fa non esistevano canali salafiti in Egitto, oggi la principale emittente satellitare egiziana, NileSat, ne trasmette circa dodici e l’offerta è in continua crescita, confermando una novità assoluta nella storia della televisione egiziana negli ultimi anni del regno di Hosni Mubarak.

Prima esistevano canali religiosi limitati alla lettura del Corano e alla recita delle preghiere, ma le nuove televisioni offrono molto di più. Seguendo rigorosamente il calendario islamico, in occasione delle ricorrenze musulmane come il Ramadan, il Dhu al-Hajj, il pellegrinaggio, le feste dell’Aid al Fitr e dell’Aid al-Adha, mandano in onda approfondimenti a cura dei più seguiti predicatori, che richiamano costantemente il Corano e la sunna, l’insieme dei comportamenti e insegnamenti del Profeta. I contenuti non variano molto tra un canale e l’altro e i conduttori sono spesso gli stessi sapienti islamici che partecipano su diversi canali a numerose trasmissioni. L’obiettivo è spesso lo stesso: spiegare come le scritture venivano praticate dai salaf, i primi compagni del Profeta, e rileggere la storia dell’Islam in chiave salafita.

Anche se questa tradizione enfatizza l’utilizzo dell’arabo classico, le televisioni ricorrono spesso al dialetto, soprattutto nei dibattiti in cui ci si vuole rivolgere al grande pubblico. Le donne non compaiono mai sullo schermo, nemmeno velate, anche quando nel palinsesto sono proposti programmi dedicati esclusivamente al genere femminile.

Al-Nas, La gente, e Al-Rahma, La Misericordia, sono le televisioni più popolari e per accaparrarsi quote di pubblico gareggiano nell’ospitare personaggi noti. Nel 2006, Al-Nas decise di contravvenire alle indicazioni di tre autorevoli saggi salafiti invitando il tele-predicatore Amr Khaled, vicino ai Fratelli Musulmani, e Ahmed Abdu Awid, di tendenza sufi. L’episodio fu all’origine di una temporaneo allontanamento dei sapienti. Fu in questo contesto che uno dei saggi dipartiti, Muhammed Hassan, fondò, nel 2007, Al-Rahma. Dopo studi religiosi ad Al-Azhar, massima autorità dell’Islam sunnita, e in Arabia Saudita, Hassan è considerato uno dei più influenti predicatori salafiti egiziani. È seguito da milioni di persone e fa presa anche su chi non si identifica con quest’area.

Diversa è la storia di Al-Risala, Il Messaggio, canale lanciato nel marzo 2006 con l’obiettivo di attrarre una fetta di pubblico su posizioni meno religiose, offrendo una programmazione in linea con la dottrina islamica. Il canale è stato finanziato dal miliardario saudita Al-Waleed bin Talal, proprietario del network televisivo di intrattenimento Rotana. Bin Talal venne però accusato di introdurre modifiche non ortodosse al credo islamico e Al-Risala cambiò repentinamente stile, diventando un canale strettamente salafita. I programmi condotti da presentatori riformisti vennero annullati e le presentatrici messe alla porta. Questo dimostra quanto sia influente la pressione del capitale monetario rispetto alla programmazione del palinsesto, legata alla sensibilità di una certa élite religiosa del Golfo, che si vuole servire dei media per diffondere i propri valori.

Secondo una ricerca eseguita dal Centro di Studi Strategici e Politici di Al-Ahram e dal Netherlands Flemish Institute del Cairo, l’assenza di quantificazioni dello share in Medio Oriente rende virtualmente impossibile misurare con esattezza la popolarità dei canali televisivi. Lo studio indica tuttavia alcuni parametri basati sulle visite ai siti web dei canali satellitari salafiti. I più seguiti sono Al-Nas e Al-Rahma. Il 54 percento degli spettatori di quest’ultima sono concentrati in Egitto, mentre gli spettatori egiziani di Al-Nas rappresentano il 35,3 percento. A questi due canali seguono Al-Risala, Iqraa, Leggi!, e 4Shabab, Per i giovani.

I primi cinque siti web dei canali satellitari hanno una popolarità minore rispetto a quella dei canali mainstream, ma si rivolgono a una vasta fascia di pubblico egiziano. Al-Rahma, Al-Nas, Al-Risala, Iqraa, 4Shabab sono di proprietà saudita e beneficiano di consistenti finanziamenti di imprenditori e filantropi dell’area del Golfo. Gran parte dei contenuti di questi canali è prodotta in Egitto e Al-Rahma e 4Shabab sono iniziative interamente egiziane. Se Al-Rahma e Al-Nas sono i canali più conservatori e autenticamente salafiti, 4Shebab è l’opposto: il prodotto dell’incontro tra cultura pop e Islam. Concepito come alternativa islamica a MTV, la stazione trasmette musica, videoclip e spettacoli che trattano questioni giovanili, oltre a lezioni religiose di sapienti salafiti, tra cui il popolare sheykh Muhammed Al ‘Arifi.

Iqraa, il primo canale satellitare islamico saudita nato nel 1998, è l’emittente che ha subito meno cambiamenti nei contenuti e nello stile. Di proprietà del ricco saudita Saleh Kamel, si concentra sulla dawa, l’azione di proselitismo. Ciononostante, si è innovata creando una versione internazionale in inglese, con una programmazione ridisegnata e densa di racconti di convertiti [1]. Decisamente la meno politicizzata tra le tv islamiche, le sue trasmissioni sono dominate da fatwa, sentenze giuridiche, da approfondimenti sulle questioni legate al culto e lunghe dirette da La Mecca e Medina.

Al-Risala invece è spiccatamente politicizzata, con programmi condotti da esponenti spirituali e politici salafiti e dei Fratelli Musulmani, come Saleh Sultan, Omar Abdel Kafi, Nabil e Sulayman Al-Awda e Aid El Qarni.

Al-Majd, La Gloria, fondata nel 2003 dall’uomo di affari saudita Abdur-Rahman Ashmemri, è un gruppo di canali nazionali generalisti e specializzati, comprensivo di quattro satellitari gratuiti e dieci a pagamento. L’offerta spazia da televisioni dedicate a programmi religiosi a quelle specializzate in scienze islamiche a diversi canali per bambini. Dal 2006 trasmette anche Qanat al-Majd lil hadith al-nabawwi, un canale interamente dedicato agli hadith, i detti del Profeta.

Dopo la caduta del vecchio faraone: l’ingresso dei salafiti in politica

Dopo l’uscita di scena del presidente Hosni Mubarak, i salafiti hanno abbandonato il loro tipico quietismo politico, decidendo di partecipare attivamente alla transizione. Iniziando ad affrontare questioni politiche, le loro televisioni non hanno rinunciato al linguaggio religioso. È per questo che continuano ad essere numerose le trasmissioni di fatwa che permettono di parlare della società contemporanea da un punto di vista islamico-salafita.

Questo cambio di atteggiamento è stato visibile nel marzo 2011, in occasione del referendum sugli emendamenti costituzionali, quando i predicatori salafiti hanno svolto un ruolo determinante. In un video diventato in fretta virale sul web, Mohammad Husseyn Yaqoob, uno dei più popolari sheykh, ha definito la vittoria del sì, una ghazwat al sanadiq, battaglia con le urne, usando una terminologia coranica densa di significati per il pubblico islamista, ma paradigmatica dell’uso strumentale della democrazia da parte dei gruppi salafiti. Ghazwa è infatti il termine usato esclusivamente per le battaglie del Profeta. Nella espressione di Yaqoob si è quindi letto un rifiuto del concetto di democrazia, come valore importato dall’Occidente.

Durante le elezioni parlamentari tenutesi tra novembre 2011 e gennaio 2012, i canali salafiti hanno svolto una grossa propaganda in favore dei loro partiti. Nonostante le profonde differenze all’interno dell’Islam politico egiziano, in occasione delle presidenziali di giugno, i salafiti si sono battuti intensamente per la vittoria del candidato dei Fratelli Musulmani, Mohammed Mursi [2].

L’interazione sempre più frequente tra le televisioni satellitari e i corrispettivi canali internet è molto rilevante nella creazione di un nuovo pubblico in Egitto, nel contesto di un trend in continua crescita dell’offerta e diversificazione dei canali satellitari islamici e salafiti.

Il salafismo jihadista

Anche il salafismo jihadista ha un suo progetto mediatico: Al-Sahab Foundation for Islamic Media Publication, Fondazione Le Nuvole per la pubblicazione di media islamici. Fondata nel 2001 dal figliastro di Ayman Al Zawahiri, Abdul Rehman al-Maghrebi, è la casa di produzione di Al-Qaeda utilizzata per propagandare il punto di vista dell’organizzazione, promuovere il jihad globale, incoraggiare i giovani musulmani a identificarsi con la causa e glorificare Al Qaeda. Al-Sahab è attrezzata per la mobilitazione di volontari che parlano perfettamente inglese o francese, come Adam Yahiye Gadahn o Mathew Stewart, allo scopo di accattivarsi il pubblico dei musulmani residenti nei paesi occidentali.

In molte delle operazioni di Al Qaeda sono impegnati militanti specializzati dotati di telecamere, con il compito di filmare le azioni e utilizzare in seguito i materiali a scopi propagandistici. Al-Sahab utilizza tutta la tecnologia moderna disponibile e si può osservare un costante miglioramento nella qualità delle sue produzioni: dalle riprese ai suoni, dal montaggio agli effetti speciali. Fino al gennaio 2006 usava corrieri per la distribuzione in prossimità dei principali network mediatici, poi ha cambiato metodo, per motivi precauzionali, cominciando ad utilizzare siti web jihadisti.

Si ritiene che dall’inizio del 2008 Al-Sahab sia diretta da membri della famiglia Al-Zawahiri e sia lo strumento più influente e operativo di Al Qaeda. I contenuti sono comunque estremamente differenti da quelli delle normali tv salafite, in quanto riguardano principalmente operazioni militari, addestramenti e video di propaganda.

Sulla scena egiziana, le idee salafite-jihadiste trovano rappresentazione in Mohammed Al-Zawahiri, fratello di Ayman, il quale è stato intervistato in numerose trasmissioni tra Luglio e Ottobre 2012. Nella prima apparizione su Al-Jazeera Mubashir Misr, Al-Jazeera in diretta in Egitto, Ayman loda il fratello e Bin Laden, sottolineando ripetutamente che l’unica legge è quella di Allah, ammonendo il governo statunitense a ritirarsi dall’Afghanistan e da tutte le “terre dei musulmani”. Al-Zawahiri trova poi spazio sul canale salafita Al-Kenana , che prende il nome della antica tribù araba da cui si dice discendere il Profeta. Il ciclo delle sue apparizioni pubbliche si conclude sul satellitare egiziano CBC, noto per le sue posizioni laiche. Mohammed Al-Zawahiri propaganda al grande pubblico le tesi della salafiyya-jihadiyya, candidandosi come autorevole intermediario tra Al Qaeda, la galassia jihadista e il popolo americano e dichiarando di poter garantire una hudna, tregua, con gli States di almeno dieci anni, tuttavia la sua rappresentatività resta dubbia. Il discorso di Al-Zawahiri si focalizza infatti su pochi punti cardine: la hakimiyya, la sovranità esclusiva di Allah e la condanna della democrazia, l’applicazione integrale della sharia e l’ossessione degli Stati Uniti, visti come causa di ogni male.

Il salafismo jihadista rappresenta dunque un’area estremamente minoritaria seppur dinamica del movimento salafita e una ristretta minoranza dell’islam politico in generale. Più popolari e radicati socialmente sono invece i predicatori salafiti che propugnano la tesi dell’adesione letterale al Corano e alla sunna, i quali forniscono indicazioni più adeguate e sufficienti ad affrontare le situazioni contemporanee, rappresentando un’efficace cartina tornasole rispetto all’islamizzazione della società. Infatti questa corrente è in continua espansione, i canali di questo genere continuano ad aumentare esponenzialmente e il business che vi ruota attorno è in crescita. Ciononostante, autorevoli analisti, quali Nathan Field e Ahmed Hamam, ritengono che la presenza e la popolarità dei canali salafiti non stia modificando sostanzialmente l’opinione pubblica egiziana in direzione conservatrice, ma sia piuttosto espressione di un passaggio logico verso interpretazioni più letterali, conservatrici e integraliste della religione, in reazione a puntuali situazioni economiche, culturali e politiche.

Note

[1] L’enorme successo di Iqraa in Medio Oriente, Europa, Stati Uniti, Asia e Australia ha spinto l’emittente ad allargare il target ad un pubblico di musulmani non arabi. Sulla pagina web di Iqraa International si può leggere un riassunto delle attività, degli scopi dell’emittente e le motivazioni che hanno spinto all’apertura: Iqraa non era sufficiente per realizzare il sogno del suo fondatore che voleva diffondere in tutto il mondo il messaggio di un Islam tollerante, perciò durante il mese di Ramadan 1432H ha istituito Iqraa International, che ha avviato la programmazione in lingua inglese.

[2] Al primo turno la maggior parte dei partiti salafiti si era impegnata formalmente ad appoggiare l’islamista riformista Abdel Moneim Aboul Fotouh, uscito dai Fratelli Musulmani. Fu però una scelta dei vertici non condivisa dalla base che in gran parte preferì sin dal primo turno il più radicale Mursi, per poi convergere sullo stesso al ballottaggio contro Ahmed Shafiq, premier dell’ultimo governo Mubarak e simbolo del vecchio regime.