Arab Idol: l’ X-Factor dove si canta in arabo

06/05/2013
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Campione di ascolti pan-arabo,trasmissione per tutte le ore e tutte le generazioni,concorso che tiene con il fiato sospeso un’intera regione che parla e canta in arabo: Arab Idol è l’X-Factor locale, o meglio la versione mediorientale dell’American Idol, il concorso canoro che tiene incollato allo schermo un popolo di telespettatori che si estende da Casablanca a Doha, passando per il Cairo, Beirut e la martoriata Damasco. Neanche la copertura della tragedia siriana riesce a tenergli testa.

#ArabIdol –come è conosciuto dai tantissimi che amano cinguettarne su Twitter – è un vero e proprio fenomeno di massa, l’ultimo figlio di una numerosa famiglia di reality che conquista quanti per svagarsi accendono uno dei tanti canali pan arabi che affollano le televisioni locali, diventando parte integrante della vita familiare.La seconda edizione del concorso è trasmessa da MBC1, un’emittente satellitare libanese che sta diventando campionessa di share.

A giudicare i concorrenti che sono in gara da ormai due mesi è una commissione composta da quattro tipici rappresentanti dello star system arabo. Tra questi vi è anche Nancy Ajram, la cantante libanese ritenuta un’icona della cultura popolare che invade le copertine delle riviste di intrattenimento dal Magreb al Mashreq.

In gara sono rimasti ormai solo otto cantanti.  Per conquistare la corona, questi finalisti avranno anche bisogno dei voti dei telespettatori.

È per questo che per sostenere il proprio rappresentante, venerdì scorso le due principali compagnie telefoniche palestinesi hanno ridotto il prezzo dei messaggini da inviare alla giuria. Mohammed Assaf, il ventiduenne palestinese tra i finalisti, ha conquistato anche il dimissionario primo ministro Salam Fayyad che ha usato Facebook per invitare pubblicamente i palestinesi a sostenere quello che è ormai diventato una star nazionale.  

Superando gli argini della televisione e invadendo l’arena virtuale, Mohammed ha già incassato la sua prima vittoria. Anche se per aggiudicarsi la medaglia d’oro del concorso canoro deve ancora lottare, Assaf sta già assaporando un successo virtuale, anzi virale. In meno di una settimana la sua canzone Ya teir al tayir -Oh, uccello che voli-, è stata scaricata da oltre un milione e trecentomila utenti.

A conquistare il popolo di internauti arabi non è solo la melodia classica che accompagna il testo della canzone di Assaf, ma anche il richiamo nostalgico alla tormentata storia della sua patria. Assaf è originario di  Khan Younis, una località nel sud della striscia di Gaza non lontana dalla frontiera con l’Egitto, conosciuta soprattutto per le incursioni  israeliane. Per partecipare alle audizioni che si tengono al Cairo ha dovuto fare i salti mortali.

Secondo una serie di racconti che si trovano sui social network, Mohammed ha dovuto convincere i soldati egiziani di pattuglia al valico di Rafah a farlo uscire dalla Striscia attraverso l’unico passaggio non controllato dagli israeliani. Il Cairo non è solito consentire l’accesso a palestinesi sotto i quarant’anni se non per questioni mediche, ma Assaf è riuscito a superare il confine. “Mohammed deve averli convinti cantando la canzone d’amore di Adbel Halim Hafez” scrive su Twitter una ragazza, ricordando questo vecchio cantante egiziano.

L’entusiasmo attorno a Mohammed Assaf non è però assoluto. Alcuni membri di Hamas, il gruppo islamista che ha il potere sulla Striscia, hanno criticato la sua partecipazione a quello che ritengono un concorso indecente. Secondo Assaf Fawzi Bahroun, portavoce di Hamas, anche l’uso della parola idolo è un’eresia che va condannata.

 Un successo non facile quindi per un giovane che cantando con la kefya in spalla sta diventando un’icona regionale. Nessun applauso neanche quando Mohammed esprime la sua ammirazione per Samer Issawi, un uomo che con il suo sciopero della fame all’interno delle carceri israeliane è diventato un simbolo della resistenza palestinese.

In una regione intrisa di diatribe politiche, neanche l’amore per la musica, anche quello per le canzonette pop, riesce ad astrarsi totalmente dalla politica. A mostrarlo non è solo l’intervento di Hamas, ma anche la  vicenda di Barwas Hussein, la prima partecipante ad Arab Idol proveniente dalla regione semi autonoma del Kurdistan iracheno. Differenziandosi dagli altri due cantanti proveniente dai dintorni di Baghdad, Barwas canta in curdo, sottolineando con orgoglio la sua provenienza dal Kurdistan.

Per Ahlam Al-Shamsi, una cantante degli Emirati seduta tra i giurati, Barwas è un irachena come gli altri cantanti in gara. “Il Kurdistan è inseparabile dall’Iraq” dichiara nel corso della trasmissione.“ Voglio che tu ti presenti come irachena.” Pur non essendo madrelingua araba, Barwas sembra aver capito la provocazione. Dietro un sorriso di cortesia, cela un labiale nel quale si legge la sua risposta. “Kurda irachena”.

Foto tratta dalla pagina Facebook di Arab Idol.