Al-Khalifa Tv, un precursore nato morto

26/02/2014
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Il paesaggio radio-televisivo algerino oggi, pur rimanendo dominato dal settore pubblico è composto da varie proposte private e pubbliche, ma è da poco che lo stato algerino permette l’apertura di canali televisivi privati. Molto prima del cambio della legge, a rompere il monopolio dello stato sull’informazione televisiva è stato Rafik Khalifa, un miliardario apparso dal nulla. Nel 2003 lanciò due canali televisivi satellitari, uno basato a Londra, l’altro a Parigi. Non gli portarono fortuna. Oggi è in carcere in attesa di comparire di fronte alla corte d’appello. In prima istanza era stato condannato all’ergastolo.

Le sue creazioni si chiamavano Khalifa Tv e Knews. Khalifa Tv era un canale generalista francofono basato a Parigi mentre K-news era un canale all-news multilingue basato a Londra. Il lancio di Khalifa tv fu molto spettacolare. Il ricevimento si svolse il 3 settembre 2002, a Bagatelle, una lussuosa residenza con vari ettari di parco comprata a Cannes dal misterioso miliardario. L’elenco degli ospiti era impressionante. Un Gerard Depardieu, affiatatissimo con il padrone di casa, apriva la porta a decine di personalità dello spettacolo, della finanza e della politica e le guidava attraverso la proprietà: Catherine Deneuve, Luc Besson, Patrick Bruel, Melanie Griffith, Ricky Martin, Cheb Mami, Sting, Bono, Claudia Schiffer, Andrea Bocelli, Naomi Campbell, Pamela Anderson, Djamel Debouze, Hervé Bourge (ex direttore di Tf1). 

Questo miliardario metteva in piedi reti televisive, rilevava quotidiani in difficoltà e squadre di calcio, per lo sfarzo e l’ostentazione della ricchezza faceva a gara con gli sceicchi del Golfo. Ma chi è questo Khalifa e da dove viene?

Abdelmoumene Rafik Khalifa è un uomo d’affari algerino, nato nel 1966 a Bejaia, figlio di Laroussi Khalifa, uno dei fondatori dei servizi segreti algerini. Farmacista di formazione, Rafik si lanciò negli affari subito dopo il passaggio dell’economia, dal sistema statale socialista a quello liberale, nel 1989. Cominciò dall’importazione di medicinali per finire per fondare un gruppo multi-vocazionale che in pochi anni diventò un piccolo impero economico. Già a metà degli anni ’90 il gruppo Khalifa era presente in vari settori della vita economica del paese: banche, società assicurative, compagnie aeree, trasporti terrestri.

In quegli anni, l’Algeria era nel pieno della guerra civile. Centinaia di migliaia di civili perdevano la vita senza capire il perché mentre il patrimonio economico statale veniva svenduto ai privati. Quelli che avevano potere militare e politico si appropriavano della parte del leone.

Nel 1999, con la salita al potere di Abdelaziz Bouteflika, si avvia un lungo e tortuoso processo di uscita dal conflitto armato. Un cammino basato soprattutto sulla spartizione delle ricchezze enormi del paese. Il successo del gruppo Al-Khalifa prende il volo in una prima fase. La banca si gonfia di soldi provenienti dalle casse di risparmio e dai fondi pensionistici pubblici. La compagnia aerea Khalifa Airways cresce fino a minacciare l’esistenza della compagnia pubblica di bandiera, Air Algérie. All’estero il neo-miliardario Rafik Khalifa compra tutto quello che gli capita sottomano: prestigiose proprietà, giornali, squadre di calcio, partecipazioni in grandi compagnie… E poi decide di lanciare ben due canali televisivi: Khalifa Tv (con base a Parigi) e K-news (Londra).

Ma già nel 2002 la giustizia algerina e francese cominciano a interessarsi da vicino a questo successo folgorante e il gruppo comincia a prendere acqua da tutte le parti, finendo in bancarotta nel 2003, quando il miliardario fu accusato di aver fatto perdere più di 35 miliardi di dollari allo Stato e ai risparmiatori algerini. Quando un tribunale algerino lo condanna all’ergastolo, era già fuori dal paese dal quale era fuggito nel 2007. A seguito di un mandato di arresto europeo emesso dalla Francia, Khalifa è stato arrestato dai giudici britannici lo stesso anno. Il 25 giugno 2009 la giustizia britannica ha autorizzato la sua estradizione e, dopo il rigetto dei suoi vari appelli, è stato ufficialmente consegnato alle autorità algerine il 23 dicembre 2013. Oggi è in un carcere della città di Blida in attesa dell’accettazione del suo ricorso.

Come tutti i suoi affari anche le sue tv ebbero vita breve.
Oggi sulla rete di quel canale rimane poco. Solo alcuni degli spot di lancio girati proprio a Cannes nella sua (per poco tempo) proprietà di Bagatelle. Un Gerard Depardieu visibilmente avanti con i bicchieri e una sfilata di altre star. “Lunga vita a Khalifa tv – dice lo spot- e benvenuti a casa vostra”. La vita non fu lunga a tutti rientrarono presto a casa: lo show era finito.

Oggi a trasmettere da o verso l’Algeria ci sono circa una ventina di tv private. La parte del leone spetta all’ Entv (Impresa Nazionale di Televisione) poi ci sono i canali dei grandi quotidiani: Ennahar TV, Echorouk TV, Al-Watan DZ (appena inaugurata) e tutte le televisioni che trasmettono dall’estero: Bérbére tv et Beur Tv da Parigi e Al-Magharibiya da Londra. Tutte più modeste del progetto Khalifa Tv e K-news che volevano subito giocare nel cortile dei grandi.

Ironia della sorte, furono queste tv piccole e modeste a dare nei loro tg i dettagli dell’estradizione ad Algeri dell’ex magnate che voleva bruciare le tappe.